Neonati morti a Traversetolo, Marziale: ‘Mancano tanti pezzi’

Ospite di Rai1, Storie Italiane, il Garante della Regione Calabria ha fornito il suo punto di vista sul caso che ha sconvolto l'Italia


Il drammatico caso di Traversetolo, che ha sconvolto l’Italia, ha visto l’intervento del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ospite del programma “Storie Italiane” su Rai 1.

La vicenda ruota attorno a Chiara, una giovane donna accusata di aver nascosto due gravidanze, culminate in una doppia tragedia.

Il 9 agosto, mentre era in vacanza in America con la famiglia, nel giardino della sua abitazione, è stato rinvenuto il cadavere di un neonato, risultato essere stato partorito da Chiara solo due giorni prima. L’evento ha scatenato una serie di indagini approfondite che hanno portato, con grande orrore, alla scoperta di un altro corpo. Questa volta si trattava delle ossa di un secondo neonato, partorito dalla stessa Chiara nel maggio 2023 e anch’esso sepolto nel giardino di casa.

Le indagini della Procura di Parma hanno ricostruito il quadro, delineando due gravidanze segrete che nessuno, neppure le persone vicine alla giovane, era riuscito a scoprire. Un mistero che lascia aperti molti interrogativi, soprattutto sulla condizione psicologica della ragazza.

Il processo e l’attenzione mediatica

Il processo, che si sta svolgendo a Parma, ha attirato l’attenzione dei media di tutta Italia. Una folla di giornalisti si è radunata all’ingresso del Tribunale, ma le autorità hanno vietato l’ingresso al pubblico e alla stampa all’interno del palazzo di giustizia. Chiara, accompagnata dal suo avvocato Nicola Tria, è arrivata al Tribunale passando da un ingresso secondario, nel tentativo di sfuggire alla pressione delle telecamere e dei cronisti.

Le dichiarazioni dell’avvocato di Chiara

Il legale della 22enne, ha chiarito la scelta della sua assistita di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di ieri, spiegando che si tratta di una decisione puramente tecnica.

“Chiara ha scelto di non rispondere, ma questo non significa che non possa farlo in futuro. In passato ha già reso dichiarazioni spontanee e si è sottoposta a interrogatorio in due occasioni diverse, come sapete. Pertanto, la decisione di oggi è solo tecnica”, ha affermato Tria.

Il legale ha poi voluto sottolineare la richiesta di riservatezza avanzata dalla famiglia della giovane, esprimendo il loro profondo dolore.

“Colgo l’occasione per chiedere il rispetto della privacy di ciascun membro della famiglia, che sta affrontando una sofferenza enorme. Vi chiediamo di rispettare anche il loro legittimo silenzio in questo momento così difficile. Questa vicenda è tragica da qualunque angolazione la si guardi, ed è anche particolarmente complessa”.

Infine, l’avvocato ha accennato a degli aspetti della storia che devono ancora emergere:

“Manca qualche pezzo in questa storia, ma non sono qui per rispondere a domande. È una vicenda che richiede riflessione e approfondimento, e vi chiedo di comprendere la delicatezza della situazione”.

L’intervento del Garante Antonio Marziale

Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, ha espresso un parere molto critico sulla vicenda, sottolineando come la storia presenti numerosi aspetti irrisolti.

“L’avvocato ha parlato di pezzi mancanti, ma io credo che manchino molti più pezzi di quelli che possiamo immaginare. Si parla di due gravidanze tenute nascoste, e questo è già un elemento estremamente complesso. Questa ragazza sembra vivere in una sorta di isolamento sociale, ma è difficile comprendere come nessuno, né la famiglia né il fidanzato, si sia accorto di nulla”.

Marziale ha poi riflettuto su alcuni dettagli particolarmente inquietanti della vicenda:

“Mi ha colpito il fatto che, due giorni prima che i genitori partissero per l’America, stando a quanto dichiarato dal procuratore, la madre e il padre abbiano lavato delle copiose tracce di sangue in casa. Chiara ha giustificato la cosa dicendo che si trattava di un’emorragia, ma è una situazione che lascia molte domande. Poi, partono per l’America e la nonna, con il cane, trova il corpicino nel giardino. Io mi domando: come è possibile che, trovando un cadavere a casa propria, i genitori non siano rientrati immediatamente dall’America? Anche se non sapevano cosa stava succedendo, il semplice fatto di sapere che un corpo era stato trovato nel proprio giardino sarebbe stato motivo sufficiente per tornare”.

Il Garante ha voluto sottolineare che, pur non trattandosi di comportamenti che configurano un reato, lasciano molte perplessità:

“È difficile non chiedersi cosa stesse accadendo realmente in quella famiglia e nel contesto sociale che la circondava”.

Infine, Marziale ha menzionato l’ex datore di lavoro di Chiara, che la descriveva come una ragazza impegnata socialmente e benvoluta, ma ha posto l’accento su un’altra figura: la madre del fidanzato di Chiara.

“La madre del fidanzato ha rilasciato dichiarazioni molto precise, definendo Chiara una persona controversa. Quando ha saputo del suo fermo, ha detto ‘finalmente’. Questo significa che c’erano delle avvisaglie, che qualcuno era già preoccupato per il comportamento di Chiara. È importante capire come mai queste preoccupazioni non siano emerse prima”.

Mentre il processo prosegue, rimane il dovere di affrontare domande cruciali: come si è potuto arrivare a tali tragedie senza che nessuno intervenisse prima? La figura di Chiara, al centro di questa vicenda, pone interrogativi sulla sua salute mentale e su come sia riuscita a mantenere segrete due gravidanze in un contesto sociale apparentemente normale. Un dramma che lascia sgomenti, e che richiede una riflessione profonda su come sostenere le persone in condizioni di estrema vulnerabilità.