‘Ndrangheta, Davi: ‘Boss Campisi leggeva i miei libri? Pronto a incontrarlo’

Arrestato il latitante Giuseppe Campisi. C'erano anche i libri di Gratteri e Davi, tra il materiale ritrovato nel covo utilizzato a Roma

Davi Campisi

«Ho appreso da un video diffuso dalla Guardia di Finanza (visibile al link https://www.quotidiano.net/roma/droga-arrestato-latitante-campisi-1.7432098) che il presunto boss e broker della droga Giuseppe Campisi, detto “Pino”, di Vibo Valentia, (arrestato venerdì scorso a Roma, ndr) nel suo covo leggeva il mio libro ‘I Killer della ‘Ndrangheta’ (edito da Piemme) e ‘Complici e colpevoli’ di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso.

Mi dichiaro pronto a incontrarlo, qualora la cosa fosse consentita dall’Autorità Giudiziaria, e a parlare con lui. Lo giudico un segnale estremamente positivo perché le storie che raccontavo nel libro sono di persone che in buona parte avevano ripudiato il loro percorso esistenziale di killer o di boss. Grazie ai magistrati Giuseppe Lombardo, Roberto Pennisi, lo stesso Nicola Gratteri, Roberto Di Palma e altri rappresentanti dello Stato ma anche di ex appartenenti al crimine organizzato, abbiamo raccontato le vite di personaggi come Annunziato Raso, killer dei Molè-Piromalli, Nino Fiume, Gino Molinetti, Giovanni Tegano, Gennaro Pulice, Donato Giordano e Domenico Paviglianiti», afferma il giornalista e massmediologo Klaus Davi.

Klaus Davi ha incontrato, spesso nelle loro case, alcuni dei massimi esponenti del crimine organizzato: da Giovanni Luca Nirta a Francesco Strangio (San Luca), da Nino Imerti detto “Nano Feroce” a Giuseppe Piromalli “Facciazza”, da Salvatore Mancuso dell’omonimo clan a Vincenzo Pesce, da Paolo Polimeni a Nicola Bonavota, da Tommaso Inzerillo di Palermo al foggiano Salvatore Manzella detto “Sansone”.

«Sia con il libro che con l’impegno giornalistico a ‘Fatti e Misfatti’ su TgCom24 in questi tre anni, abbiamo fatto un ottimo lavoro di racconto del crimine assolutamente originale che evidentemente ha lasciato il segno, come dimostrano le immagini della Guardia di Finanza», ha concluso Davi.