Musikanten – Chi dice Donna, dice Musica


di Enzo Bollani –  Amiche di sempre, dolcemente complicate, muse ispiratrici o autentiche croci. Le donne sono questo ed altro, nelle canzoni e nella cultura popolare, come giustamente la indica Mogol, forse il paroliere, come si diceva un tempo, più attento di chiunque altro alle donne.

Da “Donna selvaggia donna” a “La luce dell’Est”, da “Ami ancora Elisa” ad “Ancora tu”, nessuno, come Mogol, ha mai affrontato l’universo femminile con altrettanta varietà e con una precisione simile, attraverso spaccati psicologici assolutamente unici, al Mondo.

Mogol ha fatto scuola, tramite la musica di Lucio Battisti in primis, ma anche attraverso le numerosissime collaborazioni che ha affrontato, attraverso Sei decenni di carriera. Dopo di lui, soltanto Vasco può vantare una descrizione del mondo femminile innovativa, soprattutto in capolavori come “Jenny è pazza” e “Sally”.

L’impegno di Vasco, non a caso, è valso la produzione di uno spettacolo eccellente, sebbene di nicchia, come “l’Altra metà del Cielo”, partito dal Teatro alla Scala, tempio mondiale della Musica. Va evidenziato, però, che “Quello che le donne non dicono”, portato al successo e a Sanremo da Fiorella Mannoia, sia un ritratto preciso, quanto poetico, di Enrico Ruggeri.

In una giornata come questa, sarebbe bello dover dimenticare la violenza sulla Donna, o trattarla come materiale d’archivio e di vergogna, ma non è purtroppo così. Ed è quindi triste, a dir poco, dover trovarsi nel 2018, ben oltre quel 2000 posto come giro di boa, a parlare ancora di sfregi, violenze di ogni genere è tipo, e di colpi di pistola.

Come quello che racconta il nostro conterraneo Dario Brunori, in una canzone che affronta il tema come poche altre: “Colpo di pistola”. Di altrettanto innovativo e crudo, in Italia, si è sentito solo un pezzo passato inizialmente inosservato, finché Adriano Celentano non ha invitato Nada a presentarlo in diretta, ricantandolo: “Il figlio del Dolore”. Un dramma da guerra, una storia di stupro e di resilienza, quella vera.