Multe alla Comunità Pace, Ripepi: ‘Nessun pizza party, solo ordinaria solidarietà’ – VIDEO
Il consigliere comunale replica alle accuse rivolte alla comunità Pace e annuncia il ricorso alle multe elevate dalla Polizia
23 Febbraio 2021 - 18:43 | Redazione
Tra Campo Calabro e Catona esiste una comunità, tra cui figura il consigliere comunale Massimo Ripepi. La struttura che ospita “Pace“, torna sotto i riflettori della cronaca dopo i fatti dello scorso 2020, a causa della violazione di alcune delle norme anti-Covid.
Nei giorni scorsi, infatti, gli agenti della Polizia di Stato hanno elevato 44 multe agli ospiti presenti a cena, all’interno della struttura, in seguito ad una segnalazione arrivata alla sala operativa della Questura di Reggio Calabria.
Il caso del “pizza party” nella Comunità Pace
A denunciare il caso della misteriosa cena alla Comunità Pace è stato il Quotidiano del Sud. L’articolo, pubblicato questa mattina, ha scatenato, oltre l’ira del consigliere comunale di Reggio Calabria, anche lo sgomento della società reggina.
“Come se nulla fosse, come se il virus che ha alterato le vite di tutti noi, provocando morti, cancellando lavori e mandando a gambe all’aria l’economia mondiale, non fosse mai esistito – ha scritto la collega Caterina Tripodi. A Campo Calabro, presso il grande stabile che ospita la Comunità Pace, di cui è responsabile il consigliere comunale Massimo Ripepi, il sabato sera da sempre è tempo di pizzata ed allora Covid-19 o non Covid-19 anche sabato scorso il grande forno a legna scoppiettava ed i figli spirituali di Papà Massimo sfornavano pizze per le loro famiglie e per gli ospiti del Pastore mentre il grande piazzale-parcheggio si riempiva di macchine”.
Le precisazioni di Massimo Ripepi
L’esponente politico ha già annunciato l’invio di una nota stampa per chiarire la vicenda, ma intanto ha voluto mostrare ai reggini i locali in cui i fatti sono avvenuti. In una diretta Facebook sulla sua pagina, Ripepi, impegnato in una passeggiata all’esterno della sua Comunità, ha più volte sottolineato l’ampiezza degli spazi a loro disposizione e la buona fede di tutti i membri di “Pace”.
Di seguito le parole di Ripepi:
“Sono qui per un video di verità e chiarimento. Questa mattina sul Quotidiano, a firma di Caterina Tripodi, è stato pubblicato un articolo altamente diffamatorio e falso. Non l’ho mai fatto in 20 anni di attività politica, ma per la prima volta denuncerò un giornale.
Qui non c’è stato nessun invito, nessun party, solo volontariato, solamente aiuto ai bisognosi che già si trovano all’interno della struttura ed a chi, quotidianamente, ci chiede di essere assistito. Ci sono i volontari della Chiesa che aiutano e che preparano il pranzo e la cena, così come la Caritas e tutte le altre associazioni di volontariato e religiose”.
Massimo Ripepi risponde anche ai più increduli, invitando tutti a visitare la struttura per verificare non solo l’ampiezza degli spazi, ma anche ciò che avviene all’interno del grande palazzo.
“Ci troviamo in un terreno di 4mila mq, la struttura è invece di 2mila mq. All’arrivo delle volanti io ero qui e nel vedere gli agenti i presenti sono rimasti sgomenti. La Polizia di Stato ha svolto il suo lavoro, ma come sarà possibile vedere nei filmati girati dai presenti, ma anche dalla scientifica, le distanze di sicurezza erano largamente rispettate. Per adeguarci alle norme anti-Covid abbiamo spostato la mensa della comunità nella sala di culto”.
Il ricorso per le multe elevate
“Farò ricorso con gli avvocati. Tutti i presenti hanno collaborato con le forze dell’ordine fornendo i documenti richiesti, io per primo. Ciò però non toglie che, se in un primo momento non ci è stato possibile contestare, non faremo ricorso nelle sedi preposte. Questa non è un’attività commerciale, è evidente, ma una mensa che può operare nel rispetto delle norme vigenti”.
“Ci vogliono strumentalizzare”
Ripepi, infine, si rivolge a chi prova ad attaccare l’operato della sua comunità:
“Ci hanno fatto del male, è chiaro che c’è chi ci vuole strumentalizzare. È per questo motivo che da oggi in poi tutta la comunità si mobiliterà per testimoniare, in maniera fortissima, tutte le attività da noi svolte. Non capisco come si possa diffamare un’organizzazione che fa solo del bene. Venite oggi stesso qui a vedere con i vostri occhi il nostro lavoro. Adesso è arrivato il tempo della trasparenza e della verità”.
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