Movimento 5 stelle in rivolta, si dimette Parentela
Ormai è vera e propria rivolta nel Movimento 5 stelle. O meglio all’interno della rappresentanza calabrese
21 Novembre 2019 - 18:50 | di Claudio Labate
Ormai è vera e propria rivolta nel Movimento 5 stelle. O meglio all’interno della rappresentanza calabrese. La decisione di demandare ad una votazione ad hoc sulla piattaforma Rousseau la decisione se partecipare o meno alle elezioni regionali in Calabria e in Emilia Romagna ha fatto saltare il tappo. D’altra parte, il tira e molla delle ultime settimane aveva sollecitato i nervi già tesi della deputazione calabrese che, pure tra rassicurazioni e fughe in avanti, aveva chiaramente fatto intendere ai vertici del Movimento la volontà di presentarsi alle elezioni del 26 gennaio prossimo, anche in splendida solitudine. Addirittura, nell’incontro di lunedì scorso a Roma, che si sperava risolutore, con il capo politico Luigi Di Maio, era stato anche indicato un nome spendibile per la causa, individuato nel docente Unical Francesco Aiello. Poi, nelle successive quarantott’ore il black out. Con la decisione dei vertici di interrogare gli iscritti (tutti) per decidere cosa fare in Calabria. Una decisione in un certo senso spiazzante, per militanti calabresi ed eletti. Già ieri, a stretto giro di posta, dopo l’annuncio del ricorso a Rousseau, i parlamentari Tucci e Forciniti avevano parlato di una “porcheria” ai danni della Calabria e dei calabresi, stigmatizzando il contenuto del quesito posto agli iscritti.
Il candidato in lista… d’attesa
Proprio nelle ore in cui si dava inizio alla votazione on line, il docente dell’Unical Francesco Aiello, indicato dai più quale candidato proposto dalla deputazione calabrese, ha rilasciato una dichiarazione al limite della polemica:
“Il Paese vive una fase delicata della propria vita democratica, in cui la personalizzazione del dibattito politico schiaccia idee e programmi. Ciò vale in modo particolare in Calabria”.
Ma per passare dalle indiscrezioni all’ufficialità ce ne vuole, soprattutto in una fase schizofrenica della vita politica del Movimento.
“Da qualche giorno – ha aggiunto Aiello – sto ricevendo sollecitazioni da giornalisti, colleghi e cittadini che chiedono di esprimermi su una mia possibile candidatura in qualità di presidente della Regione Calabria. A tale proposito, confermo che il mio profilo è oggetto di valutazione da parte di diversi parlamentari del Movimento 5 stelle. Tuttavia, non avendo ancora ricevuto alcuna investitura ufficiale, mi sembra prematuro rilasciare dichiarazioni di merito. Rimane vivo il mio impegno nella direzione di mantenere alta la qualità del dibattito sul futuro della Calabria”.
La resa dei conti
Ma le reazioni non si sono fatte attendere. Di un certo rilievo è quella di Paolo Parentela, indicato quale coordinatore della campagna elettorale calabrese. In più occasioni lo stesso aveva giurato sulla compattezza della deputazione nostrana, spingendo a più riprese per la presenza del simbolo del Movimento alle prossime elezioni. Oggi però Parentela tira le sue conclusioni in un j’accuse senza appello, tenuto conto che lo stesso ha rassegnato dimissioni immediate dall’incarico di coordinatore della campagna elettorale.
“Non c’è alcun nesso tra l’annunciata riorganizzazione del MoVimento 5 Stelle, l’ennesima da circa un anno, e la scelta di chiedere agli iscritti di ogni parte d’Italia se partecipare o meno alle imminenti Regionali della Calabria e dell’Emilia Romagna. Lo affermo da coordinatore della campagna elettorale del MoVimento 5 Stelle per le Regionali calabresi”.
Questo l’incipit di un post apparso sulla sua pagina facebook, dove Parentela chiarisce il suo pensiero: “si tratta di questioni diverse: una è ristrutturare il Movimento, ampliare la partecipazione, immaginare e costruire insieme il futuro del Paese; altra è dare il nostro contributo concreto per i prossimi 5 anni in Calabria e in Emilia Romagna, così evitando la pericolosa deriva verso l’estrema destra indotta da un accecato Matteo Salvini, artefice della caduta del primo governo Conte, decisa e prodotta sotto Ferragosto per pura brama elettorale. Perciò non capiamo né condividiamo la decisione di indire questo voto su Rousseau, peraltro giustificato con una forzata e vaga responsabilizzazione degli eletti 5 Stelle, che non regge né tiene conto delle emergenze ed esigenze specifiche del territorio calabrese e di quello emiliano-romagnolo”.
Dopo aver passato in rassegna l’impegno dei parlamentari calabresi, Parentela è netto:
“Con il voto di oggi su Rousseau, i vertici del MoVimento 5 Stelle scelgono di non scegliere, deludono le migliaia di attivisti calabresi che con sacrifici e rischi hanno sempre lavorato sul territorio, ignorano il percorso che abbiamo già avviato e scaricano su tutti gli iscritti la responsabilità di una scelta inquadrata in termini profondamente sbagliati. Gli stessi vertici hanno messo in gioco, cioè, il futuro del MoVimento piuttosto che quello dei cittadini della Calabria e dell’Emilia Romagna, ai quali essi dovranno spiegare il perché della rinuncia a presentarci alle rispettive Regionali, nel caso in cui dovesse prevalere questo orientamento, legittimato da una consultazione democratica incomprensibilmente estesa a tanti che, vivendo altrove, non hanno le informazioni e gli strumenti valutativi per pronunciarsi con piena coscienza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’europarlamentare eletta in Calabria, Laura Ferrara, secondo cui “la votazione indetta ieri sera per stamattina lascia un amaro, un disorientamento e una rabbia indescrivibili”. E la pentastellata ci va giù duro:
“Oggi, che può offrire ai cittadini un’alternativa a quei sistemi clientelari e familistici sempre combattuti, il M5S decide di riflettere su cosa vuole fare da grande. Ma grandi lo si è già, e quando si cresce ci si deve necessariamente assumere delle responsabilità. Ecco, forse varrebbe la pena cominciare a riflettere su chi ricadono le responsabilità. Con chi vogliamo prendercela stavolta? Col PD? Con la Lega? O magari con i poteri forti?” Ovviamente, il ragionamento della Ferrara non mette in alcun dubbio il valore della votazione, ma ne contesta fortemente l’opportunità di demandare agli iscritti la decisione della partecipazione, che diventa alibi in caso di risposta positiva o negativa che sia.
“Ciò che contesto – spiega – è l’essere arrivati a mettere in dubbio la nostra partecipazione alle prossime elezioni regionali in Calabria a due mesi dalle elezioni, dopo aver sollecitato più di un anno fa a delineare un percorso e in modo da arrivare preparati. Una votazione, insomma, che qualsiasi esito darà ha già comunque raggiunto il risultato di minare la credibilità e la forza del M5S in Calabria. Mi metto nei panni di un cittadino calabrese che da qui a breve dovrà votare per eleggere chi governerà il proprio territorio: può affidarsi a chi non sa se presentarsi per il timore di perdere?”