Villa, al via la mobilitazione No Ponte: resistenza contro il DDL Sicurezza

"Non ci faremo intimidire né dal DDL Sicurezza né da altre leggi repressive. Il movimento No Ponte è determinato a proseguire la lotta, contro ogni tentativo di fermarci" la nota

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Si è tenuta oggi al CSC Nuvola Rossa di Villa San Giovanni la prima delle due giornate di mobilitazione, promosse dal movimento No Ponte – Calabria e dallo Spazio No Ponte – Messina, per rilanciare la lotta contro la costruzione del Ponte sullo Stretto e per discutere delle gravi minacce alle libertà democratiche poste dal DDL Sicurezza e dai DL Ambiente e Infrastrutture. Nonostante i tentativi del governo di accelerare sull’opera e reprimere il dissenso, la resistenza cresce su entrambe le sponde dello Stretto, rafforzata dalla partecipazione di esperti legali, attivisti e rappresentanti della società civile.

Preoccupazioni sulla criminalizzazione del dissenso

Durante il primo degli incontri previsti, il procuratore Stefano Musolino, segretario nazionale di Magistratura Democratica, ha espresso preoccupazione per le conseguenze delle nuove normative repressive, sottolineando che:

«Il dissenso non può essere gestito attraverso strumenti penali. Criminalizzare le proteste pacifiche rischia di radicalizzare i conflitti sociali, piuttosto che risolverli».

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Musolino ha inoltre affrontato il tema delle infiltrazioni criminali, ribadendo che la ‘ndrangheta non deve essere usata come pretesto per bloccare lo sviluppo della regione, ma ha avvertito dei rischi delle riforme che potrebbero aggravare la situazione.

Conseguenze legali delle nuove normative

L’avvocato Arturo Salerni, legale di Open Arms nel processo contro Matteo Salvini, ha posto l’accento sulle conseguenze legali delle nuove norme, evidenziando che:

«Il DDL Sicurezza non colpisce solo chi protesta contro il Ponte, ma estende il suo raggio d’azione a tutto il conflitto sociale. Si introducono pene più severe e nuove aggravanti per criminalizzare chi difende i diritti sociali, climatici e lavorativi».

Salerni ha inoltre criticato il garantismo selettivo, riservato alle classi privilegiate, lasciando le fasce più deboli esposte alla repressione.

Impatti ambientali e legali del Ponte

Alberto Ziparo, coordinatore degli studi sugli impatti del Ponte, ha evidenziato la violenza con cui il governo, attraverso i decreti Infrastrutture e Ambiente, ignora gli strumenti tecnici a tutela di territorio, ambiente e cittadinanza. Ha sottolineato l’assenza di una reale valutazione sulla compatibilità ambientale del progetto, vagliata da un organismo come la commissione VIA.

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Inoltre, Ziparo ha ricordato che la Corte d’appello romana ha rinviato il contenzioso aperto da Eurolink (ora Webuild) per le penali, bloccando di fatto fino a giugno 2025 ogni avanzamento nell’iter della costruzione del Ponte.

Proseguire la lotta

«Non ci faremo intimidire né dal DDL Sicurezza né da altre leggi repressive. Il movimento No Ponte è determinato a proseguire la lotta, contro ogni tentativo di fermarci».

Questo il messaggio degli attivisti No Ponte, che dopo un pranzo a base di “Struncatura del Ponte” hanno continuato i lavori nell’assemblea pomeridiana di confronto tra le varie anime del movimento.