“Da Milano a Reggio Calabria in un’ora”. Ironlev, il rivoluzionario progetto presentato in Italia

Quattro volte più veloce di un treno ad alta velocità. Senza alcuna necessità di sostituire i binari esistenti. E potenzialmente pronto in un paio di anni, per portarci da Milano a Reggio Calabria in 1 ora. È italiana la tecnologia che prova a rivoluzionare i trasporti su rotaia.

Ironlev Reggio Calabria Milano

E’ stato presentato a Treviso il brevetto IronLev, tecnologia a levitazione magnetica passiva che ha l’obiettivo di sostituire la ruota nel trasporto su rotaia. La soluzione è progettata per funzionare sui comuni binari d’acciaio, senza dover ridisegnare i convogli, installare nuove rotaie, o disperdere energia elettrica.

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“Si tratta del primo e unico caso al mondo di tecnologia di levitazione magnetica applicata ai normali binari d’acciaio, oltretutto senza utilizzo di energia elettrica – dicono i fondatori – un approccio del tutto innovativo per continuare a usare e valorizzare gli oltre 1,5 milioni di km di ferrovie già installati nel mondo, trasformando le ruote dei vagoni in pattini a levitazione magnetica, con enormi risparmi in termini costi di manutenzione delle rotaie, derivanti dall’abbattimento degli attriti. Ma anche di energia”.

Come funziona il sistema? Si tratta di una specie di capsula lanciata dentro un tubo. Grazie all’assenza di attrito, Hyperloop sarebbe in grado di viaggiare a 1200 km orari. Utilizzando un mix di infrastrutture rinnovabili, il treno del futuro genererebbe più energia di quanta ne consumerebbe. Sfruttando energia solare, eolica e cinetica.

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La tecnologia italiana è basata su binari di acciaio cui sono agganciati i vagoni, che sfruttano il campo magnetico generato per restare ancorati al terreno. I vagoni possono scorrere grazie a un particolare sistema di galleggiamento, non alimentato da corrente elettrica, e soprattutto senza toccare le rotaie. Quindi senza provocarne l’usura e la manutenzione che ne consegue.

“I limiti dei veicoli non intubati sono legati alla resistenza e all’aria. Un treno ad alta velocità potrebbe spingere ancora sui motori per compensare la resistenza e toccare velocità più alte. Hyperloop invece dentro al tubo abbassa la pressione, come succede ad un aereo ad alta quota, che può arrivare a superare quindi anche i 1000 km/h”, ha spiegato al Corriere della Sera Adriano Girotto, Presidente di IronBox.

“Inoltre un treno ad alta velocità -sottolinea Girotto- va a scaricare sulle rotaie un’elevata quantità di sollecitazioni e vibrazioni. Noi andiamo quasi a eliminare gli attriti di rotolamento attuali, riducendo di dieci volte la forza che sviluppa una ruota normale. Questo comporta risparmi energetici del veicolo, quindi risparmio di correnti disperse. Oltre ad un aumento del rendimento del veicolo, che aumenta l’efficienza”.

“I tempi di realizzazione? Avendo a disposizione le risorse necessarie, in un paio di anni potremmo lanciare il primo prototipo. Hyperloop non può usare i binari ferroviari tradizionali. Con il nostro sistema IronLev non avremmo la necessità di realizzare l’intera infrastruttura, perché useremmo solo ferro. Tagliando tempi e costi”.

Da sottolineare come ci sia qualche ostacolo da superare. Anche se i binari utilizzabili sono quelli standard presenti per 1,5 milioni di chilometri sul pianeta, manca infatti ancora un’idea definitiva sul come spostere il carrello magnetico in prossimità degli immancabili scambi. Ma i vantaggi sono molti: i carrelli attuali potranno essere smontati e sostituiti dal nuovo sistema.