Platini torna a Catanzaro dopo 40 anni: “L’ultima volta qui ho segnato due gol”
Le roi, intervistato in esclusiva per Sky sport, da Federico Buffa, scherza: "Dopo quella doppietta, mi avete detto di non tornare"
29 Luglio 2024 - 16:11 | di Redazione
“Torno a Catanzaro dopo 40 anni. L’ultima volta che sono venuto ho fatto due gol e le persone del posto mi hanno chiesto di non tornare più. Sono tornato lo stesso 40 anni dopo”.
Sul palco del Magna Graecia Film Festival, Michel Platini introdotto dall’amico ed ex compagno di squadra Massimo Mauro, ironizza sulla sua presenza nel capoluogo calabrese dove nel ’83 era stato con la Juventus.
Le Roi, intervistato in esclusiva per Sky sport, da Federico Buffa ha raccontato aneddoti della sua infanzia e particolari sportivi della sua carriera.
“Nel calcio di oggi – ha detto – c’è qualcosa di eccessivo? Troppe partite in tv, se vedi un giocatore ogni tre giorni non hai più voglia di guardarlo. Ora sai sempre tutto, sai come gioca chiunque, non c’è più curiosità. Quando ero piccolo io volevo che mi chiamassero ‘Pelèatini’ perché Pelè era una leggenda del calcio.
Ne parlavano tutti senza mai averlo visto giocare. Poi è arrivata l’estate del ’70, l’ho visto in televisione al Mondiale in Messico e abbiamo capito che ciò che dicevano di lui era tutto vero. È stato fantastico”.
Organizzata dalla Calabria Film Commission, la serata è stata caratterizzata dai flashback dell’ex calciatore. Dai ricordi con papà Aldo e nonno Francesco, ai miti d’infanzia come Kubala e il suo idolo calcistico Cruijff a cui in realtà non somigliava tatticamente. “Ho impiegato anni – ha aggiunto – a studiare la mia tattica. Gli altri studiavano il Teorema di Pitagora, di cui a me non importava nulla, io passavo ore a studiare con gli occhi chiusi le posizioni di tutte le persone presenti in campo, compagni e avversari, pensando a come anticiparli senza guardare la palla”.
Nel viaggio della memoria non poteva mancare il ricordo dell’avvocato Gianni Agnelli che lo ha fortemente voluto nella Juve. “Prima – ha raccontato – sono stato al Saint Etienne dove sono approdato perché non sono andato al Valencia e all’Inter.
Nell’82 l’avvocato mi ha voluto nella Juventus e all’inizio non è stato facile. C’erano tutti campioni del mondo. L’avvocato per me è stato fantastico. Ricordo che quando ha compiuto 70 anni sono stato invitato e in quell’occasione gli ho regalato il mio primo pallone d’oro e lui mi chiese se era tutto d’oro. Gli risposi che se fosse stato tutto d’oro non lo avrei mai dato”.