2 anni fa moriva Mario Congiusta, il ricordo della figlia: ‘Orgogliosa del suo coraggio’

Mario Congiusta se n'è andato aspettando una giustizia che non è riuscito a stringere, quella per il figlio ucciso dalla 'ndrangheta


«Non ci è dato di scegliere il modo in cui morire né il giorno, possiamo solo decidere come vivere, se coraggiosamente o vigliaccamente. Lui ha scelto il coraggio ed io ne vado fiera nonostante il prezzo da pagare sia stato altissimo».

Arriva attraverso le parole della figlia Roberta, il ricordo di Mario Congiusta che due anni fa, dopo una vita trascorsa a cercare giustizia sulla morte del figlio Gianluca, si era dovuto arrendere ad una battaglia troppo grande anche per lui. Nel post di Roberta, c’è la consapevolezza della forza dirompente generata dalla guerra di Mario e c’è, contemporaneamente, tutta l’amarezza e la rabbia per una giustizia che non è riuscita a colpire i colpevoli dell’omicidio di Gianluca, giovane imprenditore di Siderno ammazzato come un boss, con un colpo in faccia, una sera di maggio del 2005.

Da quel giorno la vita di Mario è cambiata e con la sua anche quella della sua famiglia e dei tanti, tantissimi, che in quella guerra si sono riconosciuti. Denunce, marce, proteste, testimonianze: un concentrato di dignità racchiuso in corpo minuto, capace di sopportare anche le illazioni di una Siderno “distratta”, pericolosamente affascinata dalle calunnie sparse prima, durante e dopo il processo attorno alla figura di quel ragazzo così pieno di vita.

«Giustizia negata» scrive Roberta su Facebook, e il pensiero corre inevitabilmente a quella sentenza della Cassazione che ad aprile di due anni fa ha annullato senza rinvio le condanne per Tommaso Costa, considerato come uno dei mammasantissima della cittadina jonica.

Mario Congiusta se ne è andato 4 mesi dopo quella giornata afosa passata sotto le spettrali architetture del palazzo di Cassazione, ad aspettare una giustizia che, nonostante tutto, Mario non è riuscito a stringere.