Marchio Reggina, Minicuci attacca: 'Falcomatà piccolo Stalin della città'

Duro il commento nei preliminari del consigliere Minicuci che accusa Falcomatà di essere un 'ignorante funzionale'

Inizia con un minuto di silenzio il consiglio comunale di oggi, in ricordo del neonato prima ucciso e poi abbandonato sugli scogli a Villa San Giovanni. Dopo il momento di cordoglio in memoria della tragedia che ha colpito l’intera comunità reggina, gli animi del consiglio si animano subito con l’intervento del consigliere comunale Antonino Minicuci:

“Volevo fare i complimenti al sig. sindaco – dichiara in modo ironico il consigliere di opposizione – E’ la prima volta che li faccio da quando è stato eletto ma devo fare i complimenti perchè lei in questi giorni ha dimostrato di saper attuare i principi del comunismo più ortodosso. Lo ha fatto nella composizione della giunta ma adesso anche nel calcio. Qualche giorno fa il sindaco ha fatto adottare un atto dalla giunta che fa capire che questa amministrazione adotta quel sistema politico previsto nella ex Unione Sovietica che ostacola il libero mercato e vuole un controllo forte dello Stato nell’economia”.

Il riferimento di Minicuci è chiaro e la polemica ruota attorno alla delibera del 23 maggio in cui la Giunta ha approvato la proposta di delibera con cui si autorizzava l’Amministrazione comunale a partecipare alla procedura di vendita senza incanto, con gara in caso di più offerenti, disposta dal Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito della procedura di liquidazione giudiziale dichiarata aperta nei confronti della società “Reggina 1914 srl”.

“La partecipazione ad una qualsiasi gara viene fatta in tutti i Comuni sopra i 5 mila abitanti dal dirigente. Qui invece è stata fatta dal sindaco, dal piccolo Stalin di Reggio Calabria. Ma la nostra città non è Bagaladi. Lei però è un recidivo e lo abbiamo già visto. Ricordo quando ha firmato la convenzione con il presidente proprietario della Reggina per il Sant’Agata, ma non era competente lei a firmare quell’atto. Lei aveva fatto venire tutti i giornalisti. L’opportunità di acquistare all’asta il simbolo di una squadra di calcio – continua Antonino Minicuci – dipende da una serie di fattori e la decisione deve essere ponderata, trasparente e allineata con gli interessi e i valori della comunità e a chi spetta la decisione se acquisire o no il marchio? Non certo alla Giunta caro sindaco. Capisco che lei è ignorante funzionale però non spetta alla Giunta. Se non lo sa lei sindaco – conclude Minicuci – allora i dirigenti lo dovrebbero sapere benissimo”.

Infine Minicuci rivolge un appello all’amministrazione comunale:

“Ci dispiace per lei sindaco ma noi siamo per il libero mercato e per la sana gestione amministrativa. Adesso quelle somme che servivano per il marchio, quelle 120 mila euro mettetele per ridurre i tributi ai cittadini e poi dia il Sant’Agata ai prezzi dovuti senza questioni particolari”.