Marchio Olio Grecanico della Calabria: piccole economie locali fanno rete

L’idea nata dall’Accademia delle Imprese Europea è solo il primo passo verso la valorizzazione di un prodotto tipico di quest’area


È stata la Delegazione Municipale Saline Joniche del Comune di Montebello Jonico (RC) ad ospitare la conferenza di presentazione del logo per il Marchio Olio Grecanico della Calabria.

L’idea nata dall’Accademia delle Imprese Europea che ha riunito produttori olivicoli e amministrazioni ed enti locali dell’area grecanica, è solo il primo passo verso la valorizzazione di un prodotto tipico di quest’area, l’olio, e il coinvolgimento di tutte le realtà amministrative, associative e produttive che hanno come scopo lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze e delle identità territoriali.

Il Marchio “Olio Grecanico della Calabria” è un riconoscimento che denoterà un’appartenenza territoriale, lo scopo dei marchi è quello di proteggere le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine di prodotti con caratteristiche legate al loro specifico ambiente, inclusi fattori naturali e tradizioni produttive, oltre a tutelare la qualità dei prodotti stessi. “Ovviamente la certezza dell’origine geografica da sola non  basta per garantire l’eccellenza di un prodotto, occorre anche offrire una certificazione che attesta la qualità delle materie lavorate e l’assoluta tracciabilità dell’intera filiera del prodotto, che noi garantiamo con il nostro marchio PIT (Prodotto Identitario Territoriale)”, queste le parole del Presidente dell’Accademia delle Imprese Europea Giuseppe Ariobazzani nel suo discorso di apertura.

L’area grecanica della Calabria o Bovesia raggruppa i paesi del versante Jonico meridionale dell’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria, l’area così definita a testimonianza del glorioso passato greco conserva ancora intatti in alcune sue zone le tradizioni e la lingua grecanica, il greco di Calabria. Zone sicuramente mozzafiato per la bellezza dei paesaggi, Bova, ad esempio, è oggi uno dei comuni inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, ma che la distanza dalla costa e le vie di comunicazioni impervie non hanno mai consentito un vero sviluppo economico, anzi negli anni si è assistito ad un continuo e inesorabile spopolamento.

La creazione  del Marchio non ha un significato simbolico, ma è il risultato di una pianificazione che ha come obiettivo la messa in rete dei piccoli produttori locali schiacciati dalla commercializzazione e dalla distribuzione delle grandi catene alimentari e il coinvolgimento e la cooperazione con tutti gli attori locali, in primis le amministrazioni.

L’olivicoltura, soprattutto a conduzione familiare, quella tradizionale propria dell’area grecanica subisce fortemente il peso della nuova olivicoltura superintensiva e oggi più che mai bisogna assicurarle una valida tutela per salvaguardare la pregevolezza della sua produzione. Gli attuali oliveti tradizionali non consentono di ottenere redditi remunerativi e finiscono a rifornire la produzione di oli delle grandi aziende che devono far fronte alla richiesta dei mercati con un prodotto non sempre di buona qualità. A soffermarsi su questi aspetti il Sindaco di Montebello Jonico Ugo Suraci, che ha rimarcato la necessità di creare una filiera olivicolo-olearia di qualità puntando sulla cooperazione tra produttori.

Puntare all’avvio dell’organizzazione cooperativa, ha sottolineato nel suo intervento il Direttore Generale dell’Accademia delle Imprese Europea Santa Spanò, significa recuperare il ritardo che in questi territori esiste nel campo della cooperazione. Fare rete significa affrontare insieme le difficoltà legate ai costi ed alla qualificazione del prodotto, un messaggio che l’Accademia porta avanti con il suo progetto Città Italia  per rivalutare i territori, le eccellenze territoriali e le risorse che ogni territorio possiede.

Nino Aricò, manager di Aroma Italia, nella sua analisi del gap esistente, ha spiegato che ogni impresa deve produrre utili e non passività, concentrarsi sulla produzione di un olio extra vergine di nicchia o di eccellenza con confezioni pregiate, da destinarsi non alla grande distribuzione, ma ai consumatori attenti alla tradizione e alla qualità dei prodotti, sia sul mercato italiano che estero, è l’unica via percorribile per un progetto vincente.

Come importante in questo percorso puntare su strategie di Social Selling e Social Marketing per la visibilità e la vendita dei prodotti, lo ha chiarito Marco Mauro, Direttore Marketing e Comunicazione dell’Accademia delle Imprese Europea. I consumatori non cercano semplicemente un marchio, vogliono capire cosa acquistano, da qui l’importanza di creare un rapporto sia con i clienti che con gli agenti di vendita.

Fare rete diventa non solo un valore, ma una necessità, la capacità di soggetti diversi di unire risorse, persone e conoscenze per raggiungere un obiettivo comune che, nel caso specifico dei piccoli produttori di olio dell’area grecanica, singolarmente, non sarebbero in grado di raggiungere.

Un incontro che ha rappresentato il punto di partenza per procedere alla realizzazione di una “filiera olearia grecanica”, progetto accolto con entusiasmo dalle aziende che hanno aderito al Marchio Olio Grecanico:  Produzione Agricola Domenico Tomo, Azienda Agricola Mallimaci Caterina, Azienda Agricola Gioffrè Giuseppe, Azienda Agricola Romeo Angelo, tutte di Montebello Jonico (RC), Azienda agricola Nucera Domenico di Bagaladi e Frantoio Oleario Billari di Sgrò Carmela Rita di Fossato Jonico (RC).

Un marchio che è divenuto impegno per l’Accademia delle Imprese Europea, il Sindaco di Montebello Jonico (RC) Ugo Suraci, del Vice Sindaco di Bagaladi (RC) Domenico Antonio Sgrò, del Vice Presidente del GAL Area grecanica e degli altri rappresentanti istituzionali presenti alla conferenza insieme agli olivicoltori di  come si possa fare rete e cooperare anche in Calabria.