Maltempo in Calabria, Sposato (Cgil): ‘I 15 miliardi del ponte vadano alla messa in sicurezza del territorio’
"I soldi sprecati sul ponte vengano utilizzati per cose essenziali, come mettere in sicurezza la vita dei cittadini" le parole del segretario regionale
22 Ottobre 2024 - 10:17 | Comunicato Stampa
“La fragilità ambientale del nostro Paese e della Calabria è diventata l’emergenza delle emergenze. Basta poco, oramai, e i danni da maltempo sono un pericolo per l’incolumità e la sicurezza dei cittadini. La voragine nella strada statale 280 a Lamezia, che ha inghiottito un’autovettura, è la metafora della condizione delle nostre infrastrutture e della necessità di avviare al più presto un grande piano per la sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico, sismico, dall’erosione costiera, e dal rischio incendi”.
Così ha dichiarato il Segretario Generale Cgil Calabria Angelo Sposato, sottolineando la necessità di interventi immediati per mettere in sicurezza il territorio.
Il territorio calabrese in abbandono: servono investimenti
“Un territorio in abbandono, non mantenuto e con un forte consumo di suolo rappresenta un pericolo. Per questo servono investimenti in risorse umane e tecnologiche per un grande piano di messa in sicurezza – prosegue Sposato –. Da tempo, continuiamo a dire alle varie amministrazioni regionali che non bastano i droni e la sola sorveglianza per mettere in sicurezza il territorio, se non si fanno investimenti e non si mette al centro il tema ambiente con donne e uomini che lavorano. Abbiamo proposto un piano per il lavoro per la manutenzione del territorio, ma anche la giunta Occhiuto non ha voluto dare risposte. Continuiamo a insistere prima che sia troppo tardi”.
La voragine di Lamezia e l’allarme per la sicurezza
La voragine di Lamezia, in una delle strade più trafficate della Calabria, che poteva causare una tragedia, deve servire da monito per accelerare i lavori di messa in sicurezza del territorio. Sposato ha ribadito che la Calabria non è in condizioni di affrontare emergenze alluvionali e idrogeologiche, se non si attiva un grande piano di sicurezza territoriale.
“Si utilizzino – conclude Sposato – i 15 miliardi sprecati sul ponte per cose essenziali, per mettere in sicurezza la vita dei cittadini, la nostra rete infrastrutturale e ambientale”.