di Beniamino Strani – “Future we want, model United Nations”: si chiama così l’ambizioso progetto ONU che ha portato alcuni studenti del Liceo Scientifico ‘Alessandro Volta’ a New York.
Dopo aver svolto un corso di preparazione per approcciarsi adeguatamente alle tematiche mondiali, i nostri giovani concittadini hanno raggiunto la Grande Mela con un obiettivo: diventare ambasciatori, o almeno per qualche giorno, presso le Nazioni Unite.
Il loro compito è stato quello di formare alcune delegazioni di studenti per affrontare temi ostici di vari Stati come Swaziland, Burkina Faso e la Romania (dove particolarmente urgente è la questione del disarmo nucleare e della tratta di piccole armi illecite).
Molti sono stati gli incontri in hotel adibiti ai vari meeting, tra cui quello con importanti consoli, e nelle sedi principali di questa imponente macchina internazionale. L’interesse del progetto era non soltanto promuovere il senso di cooperazione, incentivando nei ragazzi la necessità della partecipazione attiva, ma chiarire il significato di ‘diplomazia’: non basta un dialogo per essere diplomatici, servono norme e attitudini specifiche, delle regole di buona condotta e codici comunicativi ben ragionati.
La preziosa esperienza oltreoceano, che servirà anche in vista dell’alternanza scuola-lavoro, è stata così commentata a caldo da Marco Barreca, uno degli studenti reduci dal viaggio formativo: “entrare all’Onu è stato come accedere a un tempio di memoria e bellezza. Si avverte subito la nobile idea da cui tutto è iniziato, ovvero proteggere il mondo, curarne ogni delicato aspetto”.
I più di 7000 chilometri che separano Reggio da New York, percorsi e affrontati con successo dagli studenti del Volta, ci fanno sperare che non si debbano porre limiti al confronto, e che, come cantava Giorgio Gaber, libertà è partecipazione.