‘Adesso bisogna essere più uniti che mai’: il racconto di Giuseppe a CityNow

"Non molliamo proprio ora. La nostra nazione non lo ha mai fatto, figuriamoci noi calabresi"


Prosegue la collaborazione tra la redazione di CityNow e gli istituti scolastici della città di Reggio Calabria. In queste settimane di ‘quarantena’ abbiamo pensato di scoprire cosa ne pensano i giovani dell’attuale emergenza che ha sconvolto le nostre vite.

I primi sono stati gli studenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci che, ogni giorno, continuano a inviarci i loro ‘articoli’. Ad essi si sono aggiunti anche i ragazzi del liceo classico Tommaso Campanella. Grazie all’aiuto dei professori, i giovani reggini avranno la possibilità di condividere con i nostri lettori i loro pensieri.

Oggi, tra i numerosi temi che ci sono già stati inviati, abbiamo scelto quello di Giuseppe. Una riflessione profonda che cela importanti retroscena. Questa che stiamo vivendo è storia.

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“Ormai da diverse settimane un nemico invisibile si è impossessato della nostra terra: la nostra amata Italia. Il paese che tutti noi amiamo, e che mai e poi mai vorremmo vedere in queste condizioni. Accettare quello che è successo è stato molto complicato, ma nonostante tutto la reazione c’è stata e a noi cittadini ora non si chiede altro che il rispetto delle regole.

Se pensiamo che queste disposizioni siano troppo rigide e che non è bello essere “intrappolati” tra le mura di casa, dovremmo fare un passo indietro e chiederci se esiste un’alternativa. Solo allora capiremo che non c’è un piano “B” o una scorciatoia e che restare a casa è l’unica soluzione per limitare il contagio e tutelare noi stessi, ma soprattutto gli altri di cui troppo spesso ci dimentichiamo; è l’unica via di uscita da questo tunnel che sembra essere infinito. Sembra, ma non lo è.

Le “pandemie” si sono sempre verificate nel corso dei secoli e sono sempre state superate. E se è vero che hanno causato molti danni, è altrettanto vero che ora sappiamo perfettamente come comportarci per limitarli e l’unico sacrificio che dobbiamo fare per il bene di tutti è stare a casa.

Molti  di noi hanno parenti o amici che lavorano negli ospedali, i  medici e  gli  infermieri in questo momento  stanno facendo enormi  sacrifici per mettersi a disposizione della comunità; è nostro dovere farlo anche per loro .

A tutti i ragazzi come me dico di rimanere tranquilli e di non allarmarsi. La cosa migliore da fare è sfruttare questo tempo per scoprire in noi nuove passioni o alimentare quelle che già abbiamo. Possiamo leggere il libro dei nostri sogni che prima non abbiamo avuto neanche il tempo di sfogliare. Possiamo approfittarne per colmare e superare  le  nostre carenze scolastiche e non solo, e possiamo fare molto altro ancora. La scuola non ci ha abbandonati, adeguandosi con nuove metodologie di didattica a distanza e per i più dinamici come me  basta munirsi di un tappetino che avrete a casa e tanto entusiasmo, e cercare su Internet gli esercizi più bizzarri.

Questa spiacevole esperienza deve far riflettere soprattutto  noi ragazzi,  farci apprezzare quello che abbiamo e che ogni giorno diamo per scontato: una passeggiata con gli amici, una partita di calcetto, un pranzo con i parenti e tanto altro ancora.

Ora più che mai bisogna restare uniti. Non è questo il momento delle polemiche, adesso l’unico obiettivo  da raggiungere  insieme  è sconfiggere il coronavirus e c’è un solo modo per farlo: “STARE A CASA”. Non molliamo proprio ora. La nostra nazione non lo ha mai fatto,  figuriamoci noi calabresi. Poi pensiamoci bene, i nostri nonni ci raccontano di aver vissuto la drammatica esperienza della guerra, di aver rischiato la loro vita per noi.

Anche  noi ragazzi racconteremo ai nostri nipoti di aver sconfitto un virus, tanto piccolo quanto pericoloso, rimanendo chiusi in casa e dedicandoci alle nostre passioni”.

Giuseppe Tegano, III F – Liceo Classico “T. Campanella”