Reggio, tra storia e fantasia: la leggenda della Fata Morgana

Reggio Calabria è ricca di storia e tradizioni. Conoscete la leggenda della Fata Morgana?


Reggio Calabria è ricca di tradizioni, valori, ma soprattutto leggende tramandate di generazione in generazione. Una fra le più conosciute (di tutti i tempi) è sicuramente la leggenda della Fata Morgana.

La leggenda narra che uno dei re conquistatori, al tempo della conquista barbara, giunse a Reggio e si trovò davanti una splendida isola con al centro una montagna che emanava fumo e fuoco. Mentre egli meditava su come raggiungerla gli apparve improvvisamente una bellissima donna, Fata Morgana, la quale gli disse:

“Vedo che guardi quella meravigliosa isola e ne ammiri le distese di aranci e ulivi, i dolci declivi ed il suo magico vulcano. Io posso donartela se la vuoi.”

Era il caldo agosto, il mare era tranquillo e limpido, e nell’aria nemmeno un alito di vento. Così dinnanzi agli occhi del re barbaro accadde uno strano fenomeno: tutto si vedeva perfettamente, la Sicilia era vicinissima, si potevano osservare gli alberi da frutto, il monte che sputava fuoco e perfino gli uomini intenti a scaricare le merci dalle navi.

Così il re, sicuro di poterla immediatamente raggiungere si tuffò nell’acqua, e mentre egli affogava, la Fata Morgana sorrideva.

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Tutt’oggi possiamo assistere a questo particolare fenomeno, durante il quale, nelle giornate particolarmente calde, la Sicilia sembra vicinissima alla Calabria. La Fata Morgana non è altro che un fenomeno ottico che possiamo ammirare spesso nello Stretto di Messina, come conseguenza di alcune condizioni atmosferiche.

Secondo il mito, Morgana è figlia di Igraine e di Urien, e sorellastra di Artù. La prima opera letteraria nella quale appare la sua figura è la “Vita Merlini” di Goffredo di Monmouth, 1148, ma un piccolo accenno alla figura di Morgana era già presente nell’Historia Britannicum, successivamente apparve anche in “Erec et Enide”. Inoltre Benoit de Saint Marure la cita nel “Roman de Troie” 1160 e in “La Vulgata Lancelot” si dice di lei:

“Verità fu che Morgana, la sorella di re Artù, era molto esperta di incantesimi e di sortilegi e più di tutte le donne; e per il grande impegno che ci mise lasciò e abbandonò la comunità della gente e soggiornava giorno e notte in foreste profonde e presso le fonti, cosicchè molte persone, che erano molte nel paese, non dicevano che era una donna, ma la chiamavano Morgana la dea”.

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