La Sapienza accoglie l’ex sindaco di Riace. “Mimmo Lucano è un campione di umanità”

L'ex sindaco di Riace è arrivato a Roma accolto dagli studenti che cantavano "Bella Ciao" e dal coro "Siamo tutti Mimmo Lucano"


Striscioni e canti contro il “fascismo che non è una opinione, ma un reato” davanti alla facoltà di Lettere dell’università La Sapienza di Roma per accogliere il sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano.

“Non possiamo permettere che i fascisti entrino nel nostro ateneo”, dice ad una folla di studenti una studentessa.

Arrivato in piazzale Aldo Moro Lucano, accolto dagli studenti che cantavano “Bella Ciao” e dal coro “Siamo tutti Mimmo Lucano“, ha dichiarato:

“Salvini è uno di quelli che ha creato un clima di odio e di divisioni. Vogliamo riuscire a trasmettere altri messaggi per costruire una società più umana, di uguaglianza, libertà e democrazia, dove il popolo conta. Noi siamo l’onda rossa che contrasta l’onda nera che ci sta oscurando”, ha aggiunto Lucano. “Un’emozione indescrivibile, mi sento uno di voi. Sono emozionato. Sono rimasto quello che ha seguito un sogno di umanità e democrazia. Il sogno continuerà fino alla fine”.

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Riferendosi al corteo di Forza Nuova, Lucano ha affermato:

“Chi vuole contrastare questa manifestazione dice che sono un sindaco che vuole riempire i borghi calabresi con coloni africani. Una sorta di sostituzione etnica, ma non conoscono la realtà dei borghi calabresi, che sono spenti. Gli immigrati non hanno occupato alcuno spazio degli italiani, ma anzi gli immigrati hanno dato anche agli italiani la possibilità di cercare riscatto”.

‘Scortato’ da centinaia di persone il sindaco sospeso di Riace è stato accompagnato nell’aula 1 della facoltà di lettere.

“Volevano impedirgli di parlare, ora lo stiamo accompagnando dentro l’aula dove i fascisti di Forza nuova non volevano farlo arrivare”, ha detto una ragazza al megafono. Difficilmente riuscirà a contenere tutti i partecipanti al seminario.

“Ad ogni convegno di Lucano verremo in massa”, dicono gli studenti, presenti con bandiere della Pace e stendardi tra cui spiccano le frasi: “Sta rottura de co****ni de fascisti” e “La libertà di opinione inizia dove non ci sono i fascisti”. I giovani hanno attraversato la cittadella universitaria al coro: “Siamo tutti antifascisti”.

“Mimmo Lucano è un campione di umanità e noi siamo qui per lui”, hanno detto i manifestanti davanti alla Sapienza armati di megafono e in attesa dell’ex sindaco di Riace. “Forza Nuova è appena scesa dalla metro Castro Pretorio, a questi 20 cogl…ni vogliamo dire ‘venite qui, vi aspettiamo. Non abbiamo paura”. “I fascisti qui la parola non la prenderanno mai” ha detto uno studente aggiungendo che “al Rettore non frega niente se non dell’ordine pubblico. Siamo qui in tanti e siamo determinati. Vediamo se hanno il coraggio di venire”.

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Intanto però la polizia, per evitare disordini, ha bloccato i militanti di Forza Nuova guidati da Roberto Fiore, che espongono lo striscione: “Mimmo Lucano nemico dell’italia” in piazza Confienza, a diverse centinaia di metri dalla città universitaria. Ci sono circa 50 persone, tra cui una decina di donne, con fumogeni e bandiere nere con il simbolo FN e intonano cori contro Lucano colpevole, secondo loro, “di una immigrazione incontrollata che sta uccidendo l’Italia”.

L’aula dove Lucano ha fatto il suo intervento era gremita, molti sono dovuti rimanere fuori.

“Tutti possiamo sbagliare, ma dobbiamo assumerci le responsabilità e, a testa alta, affrontare i processi senza trovare escamotage – ha cominciato il sindaco sospeso di Riace Di fronte alla legge siamo tutti uguali. Non dobbiamo trovare escamotage e poi fare i forti con i deboli”.

Parlando del “modello Riace“, Lucano ha spiegato:

“Non c’è stata premeditazione sulla nostra accoglienza, ma è stata un’idea spontanea…esisteva solo la spontaneità giorno dopo giorno, e l’idea di ripopolare i luoghi, che portavamo avanti senza nessun contributo economico. Senza un euro. Le persone del luogo hanno cominciato a pensare che c’era una possibilità, una speranza, perché arrivava nuova gente e non importava da dove venisse e di quale religione fosse”.

Fonte: Repubblica.it