La Reggina, le squadre B ed un progetto giovani a rischio. Che follia questa Serie C


Un campionato destinato a passare alla storia. La stagione 2018/2019 per la Lega Pro segnerà l’esordio delle squadre B nel terzo livello del calcio italiano. Una novità ricercata da anni a gran voce dagli addetti ai lavori, ansiosi di perseguire un modello che in Spagna e Inghilterra ha riscosso ampi consensi.

Tulissi rovesciata Reggina LecceL’introduzione, come annunciato da Costacurta, avverrà anche per ripristinare il format a 60 squadre del campionato, sventrato, nella scorsa estate, dal mix formato dalle mancate iscrizioni di alcuni club, oltre che dalla inaspettata moria di domande di ripescaggio, con solo Rende e Triestina a richiedere il passaggio nel professionismo. Niente ripescaggi, dunque, nonostante piazze come Latina, Como, Taranto e Messina, incapaci di vincere il proprio torneo di Serie D, stessero iniziando a pensare a tale ipotesi.

In ogni caso, dopo il fallimento del Modena, in C sono 56 le società appartenenti alla Lega Pro. I 74 punti di penalizzazione comminati, nel corso dell’anno, a tantissimi sodalizi (dal -19 al Matera, al -10 del Siracusa, passando per Andria e tante altre) lasciano però presagire l’ennesima caldissima estate in tal senso. Soltanto a luglio, comunque, si potrà capire quante e quali squadre B verranno accolte dalla Serie C.

Una delle prime logiche conseguenze è l’oggettiva futura difficoltà che i club di Serie C – quelli reali – avranno nel reperire giovani dalle squadre di massima serie. Replicare le operazioni che hanno portato la Reggina ad avere in rosa gente come Bangu, Cucchietti e Tulissi, con tale svolta alle porte, diventerà molto complicato. La possibilità concessa ai club di A di far disputare ai propri talenti il primo tornei fra i professionisti direttamente “a domicilio”, infatti, lascia pensare che non si assisterà più alla diaspora di giovani, spediti dall’Olimpo del calcio tricolore ai polverosi campi della disastrata Lega Pro.

 

Tale scelta, per club come quello di via Petrara, rappresenta un’autentica mazzata. Con almeno 4 squadre in meno da cui reggina foto gruppopescare, se non di più, il numero di giovani da inserire nei propri ranghi subirà un sensibile abbassamento. Senza contare, poi, che i già esigui proventi di Lega verrebbero ulteriormente ridotti nel caso in cui, per scelta o per obbligo, si decidesse di puntare su profili più esperti.

In sostanza, la decisione di effettuare tale rivoluzione rappresenta l’ennesima coltellata al movimento calcistico italiano. Non, ovviamente, quello in cui si spendono centinaia di milioni di euro per un singolo calciatore, ma il settore nel quale, a volte, anche 1000 euro arrivano a fare la differenza. Il risultato è che, tragicomicamente, invece di diminuire il numero delle squadre di Serie C, aumentando competitività e contributi ai club, innalzando anche il livello interesse con il “rischio” di poter attirare piattaforme televisive degne di tal nome, si va ad aumentarne la quantità, togliendo allo stesso tempo, soldi e materiale umano a società che non fanno altro che annaspare in una categoria sempre più insostenibile. La domanda che, quindi, sorge spontanea è: perchè?

M.O.