La Mediterranea conclude lo “Studio di fattibilità per il miglioramento dei sistemi di collegamento marittimo, ferroviario e stradale nell’Area dello Stretto”.
30 Marzo 2015 - 17:49 | di Vincenzo Comi
Il 31 marzo 2015, ore 11.00, presso la Mediterranea di Reggio Calabria, si terrà l’incontro conclusivo del “Tavolo Tecnico istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti” con le Regioni Calabria e Sicilia, le città di Reggio Calabria, Messina e Villa San Giovanni, le province Regionali di Messina e Reggio Calabria, le Autorità Portuali di Gioia Tauro e Messina, RFI e ANAS, i due Atenei dello Stretto. L’ateneo reggino è rappresentato al tavolo dalla prof.ssa Francesca Moraci- ordinario di urbanistica. Il tavolo è Presieduto dal Direttore Generale del MIT dott. E. Pujia. Dopo i saluti del Magnifico Rettore la riunione proseguirà in seduta riservata.
Il compito del tavolo -istituito con DM 160/2014- è stato quello di elaborare collegialmente lo “Studio di fattibilità per il miglioramento dei sistemi di collegamento marittimo, ferroviario e stradale nell’Area dello Stretto”, come previsto dalla legge di stabilità.
La Mediterranea come l’Università di Messina -oltre a esprimere il proprio contributo tecnico/scientifico come componenti del tavolo- hanno messo a disposizione gli studi svolti e il supporto tecnico per favorire l’elaborazione di quanto di volta in volta emerso dal Tavolo. Per tale attività tecnica è stato formato un gruppo di lavoro interuniversitario a cui hanno collaborato i rappresentanti-componenti tecnici delle Istituzioni a vario titolo e in varie fasi e gli uffici tecnici delle Amministrazioni con i rispettivi rappresentanti politici, attraverso vari contributi (analisi, scenari, indicazioni, programmazione in corso).
Il documento del tavolo tecnico è stato elaborato con il supporto del gruppo di lavoro coordinato dalla prof. F. Moraci per l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (proff. Amaro, Leonardi, Manganaro, N. Moraci, Tornatora, arch. C.Fazia, ing. F. Cirianni) e dal prof. Limosani (Università di Messina).
La prof.ssa Moraci che oltre ad essere nota in ambito nazionale per l’attività scientifica, accademica e professionale (è anche progettista del Piano Strutturale Comunale di Reggio Calabria) ricopre al momento il ruolo di uno dei 15 saggi nominati dal Governo nel Comitato MIT- Presidenza del Consiglio- per la redazione del “Piano strategico nazionale della portualità e della logistica” che riformerà la L.84/94 e le Autorità Portuali. E’ componente esperto infrastrutture nel Comitato Portuale di Messina. Ha prodotto numerosi studi e pubblicazioni sui temi della città, dell’ambiente e delle infrastrutture e contribuito a riforme legislative. Ricordiamo gli studi sulla città metropolitana di Reggio Calabria e sull’Area integrata dello Stretto. La sua visione integrata di sviluppo del territorio è presente anche nel recente progetto interregIVC “Stretti d’Europa” svolto per conto della provincia di Reggio Calabria. E’ stata nominata nell’agosto 2014 in rappresentanza della Mediterranea nel gruppo di lavoro “Area metropolitana dello Stretto” a seguito della richiesta della Regione Sicilia ai sensi dell’art. 14 l.R siciliana n.8/14.
La motivazione alla base del Tavolo tecnico è la constatazione che lo Stretto di Messina -su cui gravita una realtà territoriale insediativa complessa che comprende le due province di Reggio Calabria e Messina, oggi entrambe città metropolitane- ha sempre rappresentato un nodo irrisolto per il sistema dei trasporti e mobilità di scala locale, nazionale ed europea. L’area dello Stretto è teatro di un complesso scambio di merci e persone tra le due sponde, ed il sistema attuale di attraversamento mostra ormai i segni di un declino che lo rende inadeguato alle sempre più pressanti esigenze di chi quel territorio lo vive. Lo sviluppo del territorio in termini economici e di welfare urbano non può prescindere da un sistema di trasporti marittimi, ferroviari e stradali che assicurino una risposta efficiente ed adeguata agli standard nazionali ed europei al trend crescente di domanda di mobilità di merci e persone in termini locali e nazionali.
Il nostro paese ha inoltre l’obbligo di cogliere l’opportunità straordinaria offerta dalla nuova programmazione e dai nuovi scenari internazionali e di governare un processo che si sta dispiegando senza possibilità di arresto e che richiede un ripensamento dei trasporti in tutto il bacino Euro-Mediterraneo.
In quest’ottica, lo Stretto di Messina diventa uno snodo focale che va riorganizzato per renderlo all’altezza delle sfide che lo attendono.
Vi è poi una seconda ragione per la quale un piano integrato della mobilità nello Stretto è ormai indifferibile. Essa risiede nell’esigenza di mobilità che un territorio esprime e che deve trovare una risposta in un sistema dei trasporti che sia efficiente, sicuro e sostenibile.
Lo spirito con cui definire l’approccio tecnico nella risposta alla valenza politica è stato individuato nei tre livelli di azione sinergica a cui il tavolo, attraverso il documento strategico, redatto e trasmesso in questi giorni al Ministero, ha fornito risposte. Il primo di natura politica, il secondo di efficienza e integrazione modale e tariffaria, il terzo indica lo studio di fattibilità come un documento conoscitivo, strategico e programmatico che “partendo da un’analisi attuale dei trasporti (marittimi, stradali e ferroviari)e delle infrastrutture esistenti nell’Area dello Stretto e del contesto normativo applicabile in materia di servizi pubblici locali, miri ad individuare le azioni e gli interventi prioritari da programmare, a medio e lungo periodo, per potenziare il sistema infrastrutturale e di trasporto al fine di favorire la costituzione di un sistema di trasporto intermodale (gomma-ferro-mare) tra le due sponde, individuando i nodi e le potenzialità e definendo gli obiettivi generali e specifici da persegure….. lo studio costituirà la base per un “accordo di programma” tra la regione Sicilia la regione Calabria e il ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulle risorse finanziarie europee previste per il 2014-20”.
Partendo da queste considerazioni il documento strategico, oggi al Tavolo, rappresenta un primo step di tipo ricognitivo-programmatico e di indirizzo finalizzato a migliorare la funzionalità del sistema di collegamento e ammodernare i servizi adeguandone le prestazionalità alla domanda diversificata di utenti e territori attraverso l’integrazione tariffaria tra gli operatori, l’intermodalità, la riorganizzazione dei nodi in funzione delle scelte di scenario (a breve, medio e lungo termine, con interventi relativi sia al potenziamento/adeguamento delle infrastrutture che quelli legati ai servizi e finalizzati alla razionalizzazione dei flussi veicolari di attraversamento) e della redditività degli investimenti. A fronte dei 17.000 passaggi pedonali giornalieri e di 8 milioni circa di passeggeri l’anno oggi bisogna indicare quale deve essere la strategia della mobilità nello Stretto. E’ ormai tempo di scelte e le due Regioni oggi sceglieranno il futuro di quest’Area e lo consegneranno al Governo.