La Calabria perbene abbraccia Gratteri: “Ci siamo anche noi”

In migliaia in piazza a Catanzaro per sostenere il magistrato, che ringrazia: “Serve nuova cultura. Vostra presenza indica sete di giustizia”


“Ci sono loro, ma ci siamo anche noi”. La Calabria dei calabresi, oggi era in piazza a Catanzaro. In migliaia con ogni mezzo hanno raggiunto la città di buon mattino per una causa speciale. Un atto di solidarietà, una testimonianza reale e plastica che in questa regione ci sono persone perbene, disposte a metterci la faccia, il cuore, e a sperare in un futuro non condizionato dal malaffare e dalla criminalità organizzata. Tanti giovani e meno giovani, ma soprattutto tanti giovanissimi hanno raccolto l’appello del “Comitato spontaneo di prossimità”, nato dopo le critiche piovute addosso al procuratore Nicola Gratteri da una parte della politica e della magistratura, che avevano bollato gli arresti dell’operazione “Rinascita Scott” come nient’altro che show per il circo mediatico. Per sostenere il magistrato reggino di Gerace si sono dati appuntamento a Piazza Matteotti per far partire un lungo corteo, festante e rumoroso, che sarebbe giunto davanti al Palazzo di giustizia. Tra i tanti cittadini, anche rappresentanti di associazioni ed esponenti della politica, che hanno scelto di presenziare senza però esporre bandiere o simboli di qualsivoglia partito. Lo sottolinea anche lo scrittore Pino Aprile che ha aperto la manifestazione dicendo “non ci sono bandiere e insegne ma ci sono le facce della gente che dice io ci sono, io so da che parte stare”. Una presenza, però che non è passata inosservata ad alcuni, come il candidato Carlo Tansi, che ha storto il naso dicendosi “indignato ma fiducioso” rispetto al voto del 26 gennaio prossimo. Lui, come la candidata del centrodestra Jole Santelli, ha deciso di non partecipare per opportunità e per rispetto dell’invito avanzato dallo stesso Comitato. Altrettanto non hanno fatto Francesco Aiello e Pippo Callipo che avevano annunciato la loro presenza alla manifestazione.

Ma la protagonista della mattinata catanzarese è rimasta la piazza. Una piazza viva e colorata. Per nulla rinunciataria. Tanti gli striscioni esposti nel corso della manifestazione, con scritte a sostegno del Procuratore di Catanzaro, accompagnati dalle grida “Gratteri non si tocca” scandite soprattutto dagli studenti. Gli organizzatori si sono retoricamente chiesti come si (ri)costruisce la Calabria, rispondendo con una sorta di puzzle gigante, costituito dalle cinque provincie calabresi, abbinate alle cinque paroline magiche: lavoro, istruzione, trasporti, legalità, sanità.

“Denunciare il male e riportare fiducia”

Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha voluto ringraziare la piazza, inviando un messaggio che i promotori della manifestazione a suo sostegno hanno letto dopo la serie di interventi che hanno scandito la mattinata davanti il palazzo di giustizia catanzarese:

“La vostra presenza – ha scritto Gratteri – indica sete di giustizia sentita e non gridata o sbandierata, e solidarietà testimoniata anche con la presenza fisica. Io la accolgo e ringrazio, perché se che questa presenza è rivolta non tanto a chi è più visibile nei mass media, quanto alla nostra squadra che lavora con competenza e sacrificio in silenzio e lontano da fotocamere e cineprese in modo quasi per nulla appariscente e solo con l’intento di fare il proprio dovere. Io senza questa squadra – ha sottolineato – potrei fare ben poco. In Calabria, e non solo, stiamo vivendo un periodo in cui la gente è disorientata e non sa più a chi rivolgersi e in chi avere fiducia. Auguriamoci che il risveglio delle coscienze porti tutte le agenzie educative a lavorare, con maggiore impegno, per promuovere una nuova cultura che, tra l’altro, abbia il coraggio di denunciare il male e riportare fiducia in tutte le Istituzioni. Ringrazio tutti a nome della squadra per la solidarietà testimoniata con la vostra presenza”.

Pino Masciari: “Non lasciamoli soli”

Tra i partecipanti alla manifestazione c’era anche il testimone di giustizia Pino masciari, uno dei primi a denunciare la violenza e l’arroganza delle cosche vibonesi. Il suo è un intervento intriso di amarezza, unito alla voglia di vedere finalmente una Calabria che non si arrende:

“E’ una giornata importante per me e per i calabresi onesti – ha detto -. Anzi, credevo potesse esserci maggiore partecipazione. La Calabria ne ha bisogno e siamo vicini a Nicola Gratteri. Ha detto di svegliare le nostre conoscenze. Mi hanno fatto scappare di notte – la recriminazione di Masciari – ho vissuto quasi con disonore per aver scelto lo Stato. Qui c’è uno stato ‘ndranghetista, massonico, quello dei poltici degli affari, quello dei servizi deviati. Servitori dello Stato che servono le mafie. Mi hanno fatto sentire come se fossi l’ultimo. La paura – ha detto – ci ha resi complici. Non lasciamo soli il procuratore e la Procura”.