La Calabria è la prima regione italiana a bandire il glifosato


La Calabria è la prima regione italiana a dire addio al glifosato. La Giunta Regionale, con la deliberazione n. 461/2016, ha proceduto all’aggiornamento dei Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e Pratiche agronomiche. Le aziende agricole che utilizzano questa sostanza saranno escluse dai finanziamenti del Piano di sviluppo rurale (PSR).

La richiesta era partita su input dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) già nel 2015 ed era indirizzata a tutte le regioni italiane. “Siamo fiduciosi – dice Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB – che sul solco della regione Calabria si muoveranno molte altre regioni. La scelta della Calabria, inoltre, rompe il fronte di omertà mantenuto da tutte le altre Regioni, che invece di tutelare consumatori e l’ambiente, si trincerano, per pavidità nei confronti della multinazionale Monsanto, dietro le scelte scellerate e piratesche dell’UE”.

L’Unione Europea, infatti, non è ancora riuscita a prendere una posizione chiara. Nel corso del 2016 infatti la Commissione era chiamata a rinnovare o meno l’autorizzazione al glifosato. E’ stato un lungo gioco del cerino, in cui nessuno voleva finire scottato e cioè assumersi la responsabilità politica dell’estensione della licenza per il controverso erbicida della Monsanto. L’Organizzazione mondiale della sanità aveva sostenuto che il glifosato è cancerogeno. Parere oppposto quello dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Alla fine gli Stati hanno scelto di non scegliere: a giugno l’autorizzazione è stata rinnovata per 18 mesi, in attesa dello studio dell’ECHA (deadline 31 dicembre 2017) che dovrebbe sbrogliare la matassa.

In attesa del pronunciamento definitivo, Coldiretti accoglie positivamente la decisione della Regione. “Bersaglio centrato – commenta Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – Questo significa che è stato bandito l’uso del diserbante glifosate e l’agricoltura calabrese ha tutto da guadagnarci perché si qualifica sempre di più garante della sicurezza alimentare, conferma alti standard qualitativi e questo incide notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni”.

fonte: rinnovabili.it