Nuova ‘cura’ contro il Covid-19: Ivermectin killer in laboratorio, ma sull’uomo?
Una nuova ricerca per combattere il Coronavirus arriva da un team australiano
04 Aprile 2020 - 16:53 | Redazione
Da quando il Coronavirus ha infettato metà dei paesi del mondo è caccia al vaccino. Una ricerca lunga ed estenuante accompagnata anche da quella di farmaci che potrebbero in qualche modo attenuarne i sintomi.
COS’È L’IVERMECTIN
L’ultima ricerca arriva direttamente dall’Australia. Si tratta del Ivermectin, un antiparassitario e antielmintico utilizzato dalla medicina umana e veterinaria.
Il farmaco è usato (in veterinaria), ad esempio per debellare la dirofilariosi da animali domestici e di allevamento. Studi più recenti hanno fatto emergere le proprietà antivirali dell’Ivermectin come, ad esempio, contro il virus dell’HIV, lo Zika e la Dengue. Il farmaco, su cui stanno lavorando i ricercatori australiani, è utilizzato con successo contro diverse patologie parassitarie causate da artropodi e nematodi: pidocchi, scabbia, oncocercosi.
Quando si parla di ‘cure’ per il Covid-19 bisogna stare sempre molto attenti perchè tutto ciò di cui si sente parlare è ancora in fase sperimentale. Dopo le ipotesi sul Tocilizumab e quelle su Avigan, nelle ultime ore i ricercatori della Monash University di Melbourne hanno svelato gli effetti del farmaco testato in laboratorio.
A differenza dei farmaci fino ad ora proposti dalla ricerca come terapia di contrasto al Covid-19, l’Ivermectin ha una peculiarità. L’antiparassitario è registrato nell’elenco dei cosiddetti “farmaci essenziali” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Figura tra i più sicuri, efficaci e importanti farmaci da adottare. È approvato dalla FDA americana e dall’AIFA italiana, quindi molto diffuso e dal costo ridotto.
UCCIDE IL VIRUS IN 48 ORE?
L’Ivermectin, fino ad ora, è stato testato su colture cellulari. Secondo il team australiano, che ha lavorato in collaborazione del Doherty Institute, l’anti-parassitario sarebbe capace di uccidere, in laboratorio, il Coronavirus nell’arco di 48 ore. La ricerca ha mostrato come una singola dose di anti-parassitario sia in grado di fermare la crescita del Sars-CoV-2 nelle cellule.
Il prossimo passo, adesso, consisterà nel riuscire a scoprire il corretto dosaggio affinché possa essere somministrato agli esseri umani e che la dose utilizzata “in vitro” sia sicura e senza effetti collaterali.