Consiglio comunale, la proposta di Ripepi: ‘Intitoliamo il Corso a Gianni Versace’
Il consigliere di opposizione ha avanzato anche l'idea di un museo dedicato allo stilista ed è tornato a parlare anche di Bronzi e Mediterranean Life
29 Luglio 2022 - 15:13 | di Pasquale Romano
Si discute di DUP e bilancio di previsione nel corso del Consiglio comunale odierno di Reggio Calabria, ma non solo. Nel corso del suo intervento, infatti, Massimo Ripepi ha avanzato una proposta che esula dalla discussione meramente politica e va, invece, a toccare quelle che sono le “eccellenze” del territorio.
Il consigliere di opposizione ha chiesto all’aula Battaglia di modificare il nome del Corso cittadino, oggi intitolato a Giuseppe Garibaldi, destinandone la memoria ad uno stilista di fama internazionale che deve i suoi natali proprio alla città dello Stretto.
La proposta di intitolazione del Corso a Gianni Versace
A pochi giorni dall’anniversario della sua morte (25 luglio ndr.), al Consiglio comunale di Reggio Calabria sbarca la proposta di Ripepi di intitolare il Corso all’illustre stilista Gianni Versace.
“Si tratta del Maradona dello stile – ha ribadito Ripepi in aula – un personaggio che, nonostante il tempo trascorso dalla sua prematura scomparsa, continua a dare lustro alla nostra città. Non è possibile far finta che Gianni Versace non sia reggino. Per questo motivo dobbiamo impegnarci affinché tutto il mondo riconosca le sue origini. Per questo propongo l’intitolazione del Corso e la creazione di un museo a lui dedicato”.
Secondo quanto raccolta da CityNow, il consigliere dovrebbe rilanciare ufficialmente la sua proposta nel corso di una conferenza stampa.
Bronzi di Riace e Mediterranean Life
Dai banchi dell’opposizione, Ripepi ha parlato anche di Bronzi di Riace e Mediterranean Life. Sui due guerrieri simbolo di Reggio Calabria, il consigliere comunale ha detto:
“Se fossero stati americani ci sarebbe stata, probabilmente, una città con il loro nome, oltre che iniziative quotidiane a loro dedicate, mentre qui non si riesce a fare nulla neanche nell’anno del Cinquantenario”.
E sull’idea dell’imprenditore Pino Falduto ha aggiunto:
“Cosa vogliamo fare? Buttare nel cestino un’occasione rivoluzionaria per la nostra terra?”.