‘MyVal’ in sede mitrale con approccio ibrido, è calabrese il medico che ha eseguito il primo intervento in Italia

Cardiochirurgia d’eccellenza: eseguito per la prima volta in Italia l'impianto mitralico MyVal su una paziente inoperabile con metodi tradizionali

Un'immagine della MyValve in fase di posizionamento nella cavità toracica

L’innovativo intervento, eseguito per la prima volta in Italia all’Anthea Hospital di Bari dalle équipe di cardiochirurgia ed emodinamica, ha permesso di intervenire con esito positivo su una paziente altrimenti inoperabile, con ridotto impatto chirurgico e tempi di recupero brevi.

Bari, 13 novembre 2024. È stato eseguito per la prima volta in Italia un intervento percutaneo di impianto di valvola biologica “MyVal” in posizione mitralica su una paziente ultraottantenne affetta da steno-insufficienza mitralica, inoperabile con tecnica tradizionale in quanto molto fragile e con un anello valvolare mitralico molto calcifico. L’innovativo intervento è stato eseguito in approccio ibrido con guida trans-femorale e supporto trans-apicale, dalle équipe di cardiochirurgia ed emodinamica dell’Anthea Hospital GVM Care & Research di Bari, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale.

La paziente, una donna di 82 anni già sottoposta in passato a multipli interventi di chirurgia cardiaca, presentava un quadro clinico complesso anche a causa di una calcificazione della valvola mitralica nativa e di tutto l’apparato anulare attorno alla valvola, tale da rendere proibitivo un intervento con approccio standard.

L'équipe di Anthea Hospital al lavoro

Un intervento mai eseguito prima in Italia

Il prof. Giuseppe Nasso, originario di Polistena (RC) e responsabile della Cardiochirurgia di Anthea Hospital di Bari, e il dott. Gaetano Contegiacomo, responsabile dell’U.O. di Emodinamica e Cardiologia interventistica della struttura barese, con il supporto del prof. Giuseppe Speziale, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare di Anthea Hospital e Vice Presidente di GVM Care & Research, hanno riunito l’heart team per discutere il caso estremamente complesso e, insieme, studiare una strategia chirurgica combinata che consentisse di restituire alla paziente la sua vita.

La procedura standard di sostituzione della valvola mitralica può essere percutanea con accesso trans-femorale, ovvero attraverso la vena femorale, o trans-apicale, ovvero con un’incisione del torace di 4-5 centimetri, praticata a livello dello spazio intercostale” – spiega il prof. Giuseppe Nasso.

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La tecnica innovativa adottata

Nel caso specifico della paziente entrambi gli approcci se utilizzati in maniera isolata avrebbero comportato un elevato rischio di complicanze: la via trans-apicale da sola risultava troppo invasiva per il diametro ampio della nuova protesi, mentre l’approccio trans-femorale troppo poco stabile, con il rischio che la valvola biologica aprendosi si disallineasse all’interno del ventricolo. Abbiamo quindi studiato una procedura percutanea con ultra mini-toracotomia per raggiungere l’apice del ventricolo sinistro in cui è stata introdotta una guida molto sottile”.

Gaetano Contegiacomo ha aggiunto: “L’intervento, eseguito senza il supporto della macchina cuore-polmoni e con blanda anestesia, richiede il massimo della competenza chirurgica ed emodinamica, sia in fase di studio della strategia chirurgica sia in sala operatoria”.

Dopo l’intervento la paziente è stata estubata sul tavolo di emodinamica e trasferita in terapia subintensiva, sottoposta a terapia farmacologica e dimessa in 5 giorni.

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L’insufficienza mitralica e le nuove soluzioni terapeutiche

L’insufficienza mitralica è la valvulopatia più comune nei paesi occidentali: si stima che circa il 10-15% dei soggetti ultra 75enni presenti una insufficienza mitralica di grado moderato-severo. Se non adeguatamente curata, questa patologia comporta un aumento della pressione polmonare, una dilatazione del cuore e una riduzione della sua funzione.

La valvola MyVal è una valvola cardiaca transcatetere di nuova generazione espandibile tramite palloncino, che grazie alle dimensioni ridotte delle cannule, alla maggiore precisione dell’impianto e alla sua maneggevolezza consente una migliore manovrabilità attraverso arterie di calibro ridotto e un dispiegamento preciso.