Siglato il patto Confcommercio e Anci sulla rigenerazione urbana


Riqualificare e rigenerare il tessuto urbano cittadino colpito dalla crisi economica. Con questo obiettivo è stato siglato, lo scorso anno e decollato nei giorni scorsi, il patto Confcommercio e Anci durante la giornata nazionale per l’avvio della sperimentazione su rigenerazione urbana e nuove prassi urbanistiche, anche alla luce delle opportunità offerte dagli strumenti finanziari europei. Hanno finora aderito 44 Comuni da 15mila abitanti in su, e tra questi anche Reggio Calabria.

“Un protocollo, dalla durata triennale, che rappresenta un prezioso strumento per avviare virtuose progettualità di rigenerazione urbana – ha affermato l’Assessore comunale alle Politiche Europee Giuseppe Marino, presente all’incontro romano insieme alla delegazione reggina di Confcommercio -. Questa possibilità acquista particolare attualità in prospettiva del nuovo trattato di Amsterdam che sarà prossimamente sottoscritto dagli Stati membri dell’Unione Europea e che prevede investimenti ingenti a favore della rigenerazione urbana”.

Ad essere coinvolte nel programma sperimentale, e proporsi come soggetti attivi della rianimazione dei centri storici, sono le categorie del commercio, del turismo, dei trasporti e della logistica, dei servizi in funzione del miglioramento della qualità della vita dei cittadini e della riconquista da parte delle città del loro ruolo centrale nella vita sociale, economica e culturale.

Una scelta strategica, quindi, per il rilancio del tessuto produttivo e terziario. Una grande opportunità per Reggio Calabria, ad esserne convinto il Presidente reggino della Confcommercio, Giovanni Santoro: “Bisogna sfruttare l’occasione per risollevare le sorti di una città in forte depressione, la desertificazione dei centri storici è un vero problema che ha portato all’indebolimento anche dell’offerta turistica e dell’indotto”. Per Santoro sono necessarie delle nuove modalità e prassi urbanistiche per frenare un ciclo economico depressivo che ha generato un impoverimento visibile sia in servizi ai cittadini che di danno economico alle imprese. “È necessario creare un sistema virtuoso in cui le esigenze degli imprenditori possano coniugarsi con quelle di chi le città è chiamato ad amministrarle. Se nelle città funziona il commercio – ha concluso Giovanni Santoro -, abbiamo città vive, che funzionano e che generano vita sociale”.