Grande successo per Vinicio Capossela alla Summer Arena di Soverato
19 Agosto 2016 - 17:35 | di Redazione
Una grande festa in musica, con il pubblico in piedi a ballare senza sosta. E’ l’immagine conclusiva della straordinaria serata di ieri alla Summer Arena di Soverato che meglio rappresenta l’ennesimo successo registrato dalla Esse Emme Musica di Maurizio Senese che ha allestito l’area e la sua programmazione degli eventi.
Protagonista dell’ultima riuscita è stato Vinicio Capossela giunto a Soverato per l’unica data calabrese del tour “Polvere”, dal titolo della prima parte dell’album “Canzoni della cupa”. Così come il disco infatti, anche la serata di Soverato si è sviluppata seguendo le atmosfere del lavoro discografico: a una intensa prima parte “notturna”, fatta di racconti, è succeduta quella più ritmata, quasi sabbatica.
Tra costumi e scene rurali, spighe e grano in ogni dove, finanche negli abiti dei musicisti, le oltre due ore e mezza di spettacolo hanno potuto fare leva su “La bestia del grano” in apertura e poi “Femmine”, “La padrona mia” che hanno tra le altre aperto la strada allo “Sposalizio di Maloservizio”, per approdare alla festa vera e propria, un turbinio di gioia pura, in cui non sono potuti mancare i brani più noti, anche se «non invitati», come ha avuto modo di dire lo stesso Capossela, da “Che coss’è l’amor” a “Il ballo di San Vito”, “Marajà” e “L’uomo vivo” – che hanno lanciato i presenti in danze continue -, chiudendo con il capolavoro “Ovunque proteggi”.
Ad accompagnare Vinicio Capossela nel corso di questa festa un po’ paesana – c’erano pure le luminarie sul palco -, ma anche una specie di rito pagano, c’erano Glauco Zuppiroli (contrabbasso, guitarron), Mirco Mariani (mellotron, batteria, cymbalon), Alessandro “Asso” Stefana (chitarra, banjo), Victor Herrero (chitarra battente, chitarra elettrica, chitarra classica, vihuela), Agostino Cortese “Ago Trans” (cupa cupa, grancassa), Antonio Vizzuso (cupa cupa, tamburi), Enza Pagliara (voci e tamburi), Giovannangelo de Gennaro (voci, viella, aulofoni, tamburi), Sergio Palencia e Angelo Mancini, i “Mariachi Mezcal” (trombe).