Reggio, i giovani democratici attaccano il centrodestra: ‘Garantismo di convenienza’
"Non consentiamo, a chi ha dimostrato di non avere a cuore il bene di Reggio, di farci la morale". La nota dei Giovani Democratici
02 Ottobre 2020 - 17:34 | Comunicato
La ristrettezza di argomentazioni, palesata dal candidato a sindaco forestiero e designato dalla Lega di Salvini, alla fine si è tradotta nel garantismo di convenienza del centrodestra, che a fasi alterne valuta più o meno gravemente le indagini giudiziarie e i dibattimenti, in base all’appartenenza politica del soggetto indagato. In alcuni casi professano a mo’ di mantra l’assoluta innocenza sino al terzo grado di giudizio e in altri invece chiede la fustigazione in pubblica piazza senza passare dal via.
D’altronde “un bel tacer non fu mai scritto”.
Il candidato sindaco forestiero, visibilmente provato dai confronti pubblici ai quali alla fine, suo malgrado, è stato costretto a prendere parte, ha più volte dimostrato mancanza di argomentazioni.
Sulla questione morale non accettiamo lezioni da chi, da pubblico dipendente, non appena insediato alla direzione generale della Provincia di Reggio Calabria dopo aver prestato servizio come direttore generale e segretario generale della Provincia di Massa Carrara per 13 anni, nel lontano 2011 vide giungere a palazzo Alvaro la di lui moglie, che ironia del caso, arrivò in comando proprio dalla Provincia di Massa Carrara diretta fino a poco prima proprio dal candidato sindaco forestiero.
Lo stesso candidato sindaco leghista, che non contento di vedersi riconosciuta una indennità di tutto rispetto, per due giorni di lavoro che servirono a istituire i seggi della futura città metropolitana, presento un conto di 50 mila euro, liquidati dall’allora provincia dopo un contenzioso in una cifra di circa 35 mila euro.
Lo stesso candidato a sindaco forestiero che si trova nella scomoda posizione di essere stato indicato da un tal Matteo Salvini che attualmente oltre ad avere una serie infinita di guai giudiziari, fino a poco tempo fa aveva il proprio punto di riferimento in un certo Domenico Furgiuele, deputato della Lega, indagato per turbativa d’asta e con un suocero condannato, in via definitiva, per tentata estorsione aggravata da metodo mafioso.
Lo stesso partito che prima del candidato sindaco forestiero, ha accettato nella squadra di governo regionale, un assessore esterno, indagato in uno dei procedimenti di cui adesso il centrodestra mena vanto. Un assessore esterno indicato da un deputato calabrese che risulta nominato più e più volte all’interno della stessa indagine di cui oggi i superstiti dell’esperienza più traumatica degli ultimi 50 anni della nostra città, senza il più banale senso di vergogna, tentano di dimenticare, reinventandosi una verginità che non gli appartiene.
La città non può tornare indietro di oltre 30 anni, nelle mani di chi ha già dimostrato di non avere a cuore il bene della nostra amata Reggio e che oggi non consentiamo di farci pure la morale.