Giorno della Memoria, CityNow incontra Roque Pugliese: “Negare è il delitto più grande”
Le parole di Roque Pugliese, Consigliere della Comunità Ebraica per la Regione Calabria, ai microfoni di CityNow
26 Gennaio 2019 - 20:20 | Federica Campolo
«La persuasione che la vita ha uno scopo è radicata in ogni fibra di uomo, è una proprietà della sostanza umana. Gli uomini liberi danno a questo scopo molti nomi, e sulla sua natura molto pensano e dissentono: ma per noi la questione è più semplice. Oggi e qui, il nostro scopo è di arrivare a primavera».
Scriveva così Primo Levi, scrittore e testimone delle deportazioni naziste, che nel 1944 venne internato ad Auschwitz, vittima della carneficina razzista attuata dal disegno di sterminio del führer tedesco Adolf Hitler.
I ritmi di vita nei lager-se di vita è possibile parlare- continuano ad affiorare alla mente dei pochissimi sopravvissuti come ricordi insopportabili, immagini soffocanti e raccapriccianti. Numerose sono le testimonianze dell’orrore perpetrato nel campo di concentramento di Auschwitz, lì dove la scritta “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi) accoglieva beffardamente i detenuti.
Ridotti a poco più di carne da macello, i prigionieri-in netta prevalenza ebrei- erano costretti a lavorare come operai schiavi, per dodici ore al giorno e senza alcun riposo. Per alcuni la morte arrivava dopo una lenta agonia, fatta di torture e supplizi; per altri avveniva dopo il richiamo di una guardia: una fucilazione immediata che, neppure tra i compagni astanti, lasciava spazio ad alcuna forma di pietà.
Eppure ancora oggi un bieco revisionismo storico e un pericolosissimo negazionismo, alimentato dalla disinformazione e da talune notizie fake diffuse in rete, continuano ad adombrare questi fatti, in uno scenario in cui una certa cultura razzista sembra si stia insinuando tra le Democrazie. Il rischio è che l’orrore possa ripetersi proprio davanti agli occhi di chi celebra ogni anno il giorno della memoria…per non dimenticare!
Noi di CityNow ci siamo confrontati con Roque Pugliese, Consigliere della Comunità Ebraica di Napoli e Referente per la Regione Calabria, che ha portato alla luce fatti “dimenticati” e nomi di nostri conterranei avvolti nell’oblio. Queste le parole di Pugliese:
Nel giorno della memoria ricordiamo non solo lo sterminio di sei milioni di ebrei tra cui un milione e mezzo di bambini, ma anche la soppressione nelle case di cura di bambini disabili tedeschi, che per primi furono soppressi in nome di un programma di eugenetica e purezza della razza. Inoltre si ricordano lo sterminio di omosessuali, Testimoni di Geova, Rom ed oppositori politici.
L’arma giuridica usata furono le Leggi Razziali approvate dai Governi Italiano e Tedesco. Analizzando la cronaca attuale e studiando la storia e i suoi artefici, dobbiamo chiederci se il nazismo, il fascismo e le leggi razziali siano state effettivamente cancellate ed ideologicamente sconfitte o si siano piuttosto volute ignorare le ramificazioni nel mondo che il nazifascismo ha lasciato in molte dottrine politiche.Dobbiamo chiederci anche se le Democrazie siano pronte a questa nuova sfida del neofascismo, oggi che nel mondo si ascoltano notizie con massacri di civili, solo perché diversi per etnia o cultura religiosa.
Le Leggi razziali furono un atto infamante contro l’umanità nella sua essenza.
Le Norme antiebraiche in Italia furono accettate in modo quasi normale. Lo dimostrano le minuziose circolari attuative delle stesse nei vari settori, dalla scuola, ai tribunali, alla medicina. Nessuna ribellione o contestazione popolare fu segnalata. Gli Insegnanti e i Docenti ebrei furono sostituiti, così come Medici, Avvocati, Magistrati. L’università occupò subito le Cattedre lasciate vuote. Gli studenti e gli alunni ebrei venivano cacciati dalle scuole pubbliche ma non si registrò una rivolta studentesca o la contestazione del Corpo Docente. Le Leggi furono applicate con diligenza.Le Leggi razziali ai tempi del Fascismo non erano dispiaciute alla elite intellettuale e l’opportunità di ricoprire prestigiosi posti di lavoro lasciati vuoti dagli ebrei era allettante. Parliamo di posti di lavoro in tutti gli strati sociali ed anche Cattedre Universitarie , cariche nei Tribunali, negli Ospedali ed Università. Esempio eclatante fu l’espulsione dall’incarico del Magistrato calabrese Emilio Sacerdoti. Il problema fu che molti continuarono ad operare negli stessi posti anche nella Italia Repubblicana.
Nel dopoguerra l’Italia sconfitta doveva ripartire. Allora si volle dimenticare in modo collettivo (…)
Un falso storico che anche oggi si insiste a ripetere con forme di revisionismo, impedendoci di vedere il presente e di meravigliarci del risorgere di rigurgiti neonazisti in movimenti popolari, allo scoperto… senza vergogna. (…)Questa amnesia storica ci impedisce di vedere il pericolo subdolo del Neofascismo, come il pericolo di dire che l’errore del fascismo fu solo nella alleanza con Hitler, nelle Leggi Razziali create per accontentare i Tedeschi e con la guerra ma poi … fece cose buone!
Le norme razziste furono siglate dal Re Vittorio Emanuele III. Un Sovrano che doveva tutelare tutti gli italiani, anche quelli di fede ebraica che si sacrificarono con eroismo, fedeltà ed onore per l’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Fedeltà e Sacrificio di giovani, ricambiata con un’ infamante Legge Razziale.
Solo con un approfondimento responsabile della storia e degli errori che essa racconta si potrà costruire un futuro di convivenza pacifica.