Giornalisti da tutta Italia alla scoperta del Parco Nazionale della Sila
02 Marzo 2017 - 13:29 | di Pasquale Romano
C’è una Sila che non ti aspetti, che riesce a sorprendere anche chi pensa di conoscere bene questo territorio. È fatta non solo di natura, ma di gente, arte, storia e cultura. È fatta di cenobi medievali sperduti nei boschi, di antichi chiostri che gli alberi hanno iniziato a reclamare, ma anche di artisti che vivono qui in piccoli centri ma creano capolavori venduti in tutto il mondo.
Questa è la Sila che abbiamo cercato di far conoscere ai tanti giornalisti da tutta Italia che hanno accettato l’invito del Parco Nazionale della Sila e la sfida di raccontare questo territorio così vasto e complesso. Come ormai tradizione il Press Tour 2017 è stato poi organizzato in modo da farlo coincidere anche con l’esibizione di sleddog che si tiene da anni in località Carlomagno, organizzata dall’omonimo Centro Sci di Fondo. Si, perché la Sila è fatta anche di sport…
Per cercare di riuscire a mostrare quanto più possibile ai giornalisti in visita, il Press Tour 2017 è stato strutturato su quattro – intense – giornate. Dal 24 al 27 febbraio le visite e le escursioni si sono succedute senza sosta.
Il primo giorno è stato dedicato alla visita del Centro Visita “Cupone”, uno dei fiori all’occhiello del Parco Nazionale. L’escursione ai recinti faunistici ci ha regalato non solo una lezione di antropologia ed ecologia sulle economie e le pratiche legate alla pece ed allo sfruttamento delle foreste nei tempi andati, grazie alla nostra guida Angelo Abbruzzese, ma anche un incontro emozionante con il capriolo “Mary” – un cucciolo abbandonato dalla madre l’estate passata dopo che alcuni escursionisti lo avevano erroneamente «salvato».
La giornata è poi proseguita con una visita al Museo della Biodiversità e all’Antica Segheria, per poi concludersi con l’enogastronomia grazie ad una degustazione offerta dal consorzio “Silautentica” presso il negozio “Campanaro” a Camigliatello Silano.
Freschi e riposati, il secondo giorno si è aperto all’insegna dello sport presso il Centro Sci da Fondo Carlomagno, con una esibizione di corsa podistica sulla neve e la XXIV edizione della “Gran Fondo” su ciaspole e sci da escursionismo organizzata dal CAI Cosenza. Nel pomeriggio ci siamo ritrovati sul set di un film ambientato nel Medioevo, arrivando in una San Giovanni in Fiore immersa nella nebbia, con le campane che suonavano in sottofondo, per ammirare l’Abbazia Florense e farci guidare tra i misteri della filosofia di Gioacchino dal professor Succurro, Presidente del Centro Studi Gioachimiti.
La “Scuola Tappeti” e “Spadafora Gioielli”, per scoprire rispettivamente le creazioni tessili del maestro Caruso e quelle dell’orafo Giovan Battista Spadafora, hanno chiuso la giornata.
La mattina del 26 ancora una volta ha visto protagonista lo sport, con l’esibizione di sleddog organizzata a Carlomagno. Il musher – ossia il conduttore – Gianni Isabella ha poi fatto provare ai presenti l’ebbrezza di condurre una slitta trainata da cani husky. Il pomeriggio è stato invece dedicato alla storia ed all’arte, portando i giornalisti a vedere prima l’Abbazia di Santa Maria del Patirion e poi il Codex Purpureus Rossanensis presso il Museo Diocesano, entrambi a Rossano.
L’ultimo giorno ha visto gli ospiti impegnati prima tra i sentieri dei “Giganti della Sila”, in località Fallistro, una Riserva Biogenetica che custodisce esemplari di Pino Nero di Calabria plurisecolari dai tronchi fino a 2 metri di diametro per 45 di altezza. E poi a Taverna, in Sila Piccola, a visitare la Chiesa Monumentale di San Domenico ed il Museo Civico, dove tra altri capolavori sono custodite numerose tele del «Cavaliere Calabrese» Mattia Preti, uno dei maggiori artisti del ‘600.
Dopo quattro giorni tutti insieme i giornalisti ospitati non solo hanno stretto amicizie, ma sono ripartiti con una conoscenza molto più approfondita delle nostre zone, forse maggiore anche di tante persone del luogo, e con un nuovo apprezzamento per una regione ed un’Area MaB UNESCO piena di gioielli non nascosti, come comunemente si dice, ma solo sconosciuti ai più.