Ghirelli: ‘Noi poveracci con qualche eccezione (Reggina). Poi sulle promozioni…’

"I miei presidenti dei club hanno altre società, sconvolte dalla crisi"


Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, è intervenuto in diretta sul canale social Instagram di tuttoC.com: “Noi e l’AIC siamo i due poveracci del sistema. Gli altri possono litigare, quando hai la tavola imbandita è facile. Litigare per un tozzo di pane è un’altra cosa: mio padre faceva il minatore, quindi so cosa vuol dire. Lo dico scherzando ma la condizione è difficile. Io provo ad abbassare i toni e a chiedermi cos’è successo e cosa bisognerebbe fare. È successo che c’era un sistema in cui due poveracci stavano male, ovviamente con le dovute eccezioni, come ad esempio la Reggina che paga gli stipendi e che rende felice uno come me nato nella terra di San Francesco.

Sui due poveracci si è abbattuta una tempesta. Nessuno di noi sa cosa succederà, questo virus ci crea un problema di serenità e di ragionamento. I miei presidenti dei club hanno altre società, sconvolte dalla crisi. Alcuni settori sono chiusi, altri sono diversificati. Non sanno se le loro aziende, alla ripresa, ce la faranno o meno. Sono le aziende che assicurano il pane, la minestra, il futuro, alla loro famiglia, ai lavoratori, ai dipendenti, agli operai. Non sanno cosa succederà, ogni giorno subiscono. Non hanno liquidità come si può ben comprendere dalla richiesta di liberare la fideiussione. Una settimana fa avrei detto che avremmo dovuto fare tutti sacrifici, in pari misura da quello che uno ha. Dopo sette giorni, dico che bisogna fare grandi sacrifici, molto più grandi di una settimana fa. Ha pesato molto in questa vicenda quando si è cominciato a parlare della cassa integrazione, alcuni hanno iniziato a fare una lotta pensando fossimo nel mondo di prima. Non aver avuto la sensibilità di lavorare sullo strumento degli ammortizzatori sociali ha rotto un po’ di senso comune e ci proviamo a ricostruirlo.

Una settimana fa non eravamo arrivati a firmare ma avevamo discusso determinate condizioni. Ora sono cambiate quest’ultime. Poi ci sono i calciatori che hanno un problema serio. Bisogna calcolare i pochi sopra i 50mila e chi è nella fascia dei 26mila euro lordi. Perché io rifiuto il termine d’accordo? Perché evoca il sindacato, una bellissima esperienza che spero tornerà nei prossimi mesi. Bisogna sedersi e vedere se in questi 4 mesi, con gli ammortizzatori sociali, il salvacalcio e altri interventi, servirà salvare il maggior numero delle 60 squadre. Altrimenti succederà quanto accaduto nella sanità, che abbiamo smantellato a lungo perché costava troppo. E adesso siamo disperati a cercare posti letto.

Su promozioni e retrocessioni: “Faccio fatica a parlare dei proclami: la morale è dare una mano alla povera gente e rimettere in carreggiata la situazione. Se devo dirti di promozioni e retrocessioni non voglio far vincere il virus anche su quello. Se colpisce la gioia di esprimere la felicità dopo mesi di sofferenza sportiva e adesso umana, vincerebbe anche su questo. E per questo che sento il dolore di Cesare e di tanti altri e nello stesso tempo l’anelito di alcuni che dicono di voler proseguire. Questo impasto dobbiamo ottenerlo insieme e questo cercheremo di fare”.