Gaudio fa un passo indietro. Spirlì: ‘Ci hanno trattato come ‘ndranghetisti’

Il presidente facente funzioni della Regione Calabria commenta la rinuncia di Gaudio all'incarico di Commissario ad acta

Nino Spirli

È di pochi minuti fa la notizia che l’ennesimo commissario nominato dal Governo per guidare la sanità in Calabria ha rinunciato all’incarico “per motivi familiari.

Continua dunque quella che ormai è diventata la barzelletta italiana del momento sulla sanità in Calabria. La vicenda è stata commentata anche da Spirlì, ospite del programma ore 14:00′ su Rai 2.

Passo indietro di Gaudio: le dichiarazioni di Spirlì

“A prescindere dalle beghe familiari, ci sono due milioni di calabresi che rischiano veramente tanto. Non abbiamo un piano Covid e la salute di queste persone mi preoccupa molto di più della tenuta del matrimonio dell’ex rettore Gaudio.

Donne, bambini, anziani e padri di famiglia aspettano l’arrivo del commissario ad acta”.

Sulla questione è intervenuto anche l’On. Santanchè, che ai microfoni di Rai 2 ha detto:

“La motivazione fornita per rifiutare l’incarico è inaccettabile. Un uomo che dovrebbe occupare un posto così importante non trova scuse, soprattutto di quel genere”.

È qui che arriva un altro dei paragoni a cui Spirlì ci ha abituato in questi mesi:

“È come se io dicessi di non poter andare a lavorare perché ho la mamma con l’Alzheimer”.

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Spirlì a Rai News

Da una trasmissione all’altra, la notizia rimbalza da un organo di stampa all’altra e Spirlì, che avrebbe dovuto essere ospite anche di CityNow questo pomeriggio, passa da Rai 2 a Rai News. Il discorso è sempre lo stesso: l’abbandono dei calabresi, dal punto di vista sanitario, in un momento così delicato della storia.

“Ho appreso della notizia in diretta tv – ha raccontato il Presidente facente funzioni – e questo mi secca abbastanza. Tutto questo si sarebbe potuto evitare con una cosa che chiediamo al Governo da settimane. Ovvero un tavolo istituzionale di confronto aperto con gli enti locali. Ci hanno trattati come se fossimo una manica di ‘ndranghetisti. In questi 11 anni di commissariamento è peggiorata, tanto che nel mezzo della pandemia non abbiamo un piano Covid. Chi doveva controllare non era la Regione, ma i ministeri. I controllori, in questi mesi e in questi anni, cosa hanno fatto?”.