Ganasce fiscali sull’automobile di un disabile: Agenzia delle Entrate condannata al risarcimento

Il fermo alla vettura sottoposto da Equitalia nel 2010 per garantirsi il pagamento di circa 1.900 euro

Agenzia Delle Entrate

Circa quindici anni fa e precisamente il 5.1.2010 Equitalia, utilizzando le cosiddette “ganasce fiscali” ha sottoposto a fermo l’automobile di un disabile residente nella Piana di Gioia Tauro per garantirsi il pagamento di circa 1.900 euro.

Gli impiegati di Equitalia non hanno controllato i dati risultanti dal Pubblico Registro Automobilistico e nonostante l’auto avesse i comandi modificati per consentire al proprietario di guidare nonostante l’handicap agli arti inferiori, hanno bloccato ugualmente il mezzo. Il malcapitato, che doveva sottoporsi a cure impegnative presso il Policlinico di Messina si presentava dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale con l’assistenza del legale di fiducia e chiedeva la cancellazione del fermo.

La Commissione Tributaria di Reggio Calabria dava ragione al privato ma Equitalia impiegava due anni a eliminare il blocco-auto.

Il proprietario era quindi costretto a tenere l’auto in garage ed a farsi accompagnare in giro per cure e per necessità varie, da parenti ed amici patendo disagi ed umiliazioni. Proprio per il ritardo nella cancellazione del fermo e per tutte le conseguenze subite dal soggetto gravemente handicappato la Corte di Appello di Reggio Calabria, con una decisione innovativa, ha riconosciuto i danni condannando Equitalia anche per lite temeraria.

La Corte ha scritto che il comportamento dell’agente della riscossione ha impedito la libertà di movimento del cittadino ledendo un diritto costituzionalmente protetto e impedendo le attività realizzatrici della persona. Nonostante la condanna, l’agenzia delle Entrate, subentrata per legge ad Equitalia ha omesso ogni pagamento e
solo grazie alla tenacia del legale di fiducia del disabile avv. Maria Zappia, il 15 gennaio di quest’anno, a distanza di ben quattordici anni da quel disastroso comportamento dell’agente della riscossione, è stata fatta giustizia.

Il Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Palmi dott. Giovanni Dominici ha disposto la condanna dell’Agenzia delle Entrate (ex Equitalia) a pagare i danni del privato e ha ordinato alla Banca di versare le somme direttamente nelle tasche di colui che era stato colpito ingiustamente dall’azione esecutiva di Equitalia.

A conclusione di tutto e con la piena soddisfazione del cittadino possiamo ben dire che ha trovato attuazione anche nei confronti dell’esattore il popolare proverbio “chi la fa…. l’aspetti”.