Futuro Hospice, Azzarà (UIL): “Questa non è una fabbrica, in gioco la salute della gente” – FOTO
L'iniziativa parte dal sindacato dei lavoratori UIL che denuncia la grave situazione in cui versa l'Hospice nonchè la possibile perdita del personale altamente specializzato di 54 persone
10 Ottobre 2019 - 12:01 | di Vincenzo Comi
Una catena umana a difesa dell’Hospice.
Operatori, dipendenti, pazienti, familiari e personale, istituzioni ed associazioni. Centinaia di persone hanno invaso questa mattina lo spazio esterno della struttura sanitaria “Hospice Via delle Stelle” in un unico abbraccio attorno all’ormai storico edificio.
Tutti mano per mano, nella speranza di salvare la struttura ospedaliera di Via delle Camelie e tutelare la qualità offerta dagli operatori della Fondazione che da 13 lunghi anni curano i pazienti in gravissime condizioni attraverso le cure palliative.
L’iniziativa parte dal sindacato dei lavoratori UIL che denuncia la grave situazione in cui versa l’Hospice nonchè la possibile perdita del personale altamente specializzato di 54 persone.
La storia è sempre la stessa. Da un lato la richiesta di un contratto da parte della Fondazione che possa regolarizzare i rapporti e garantire il lavoro ai dipendenti, dall’altra il tira e molla dell’azienda sanitaria reggina che, a quanto pare, intende presentare un bando interesse pubblico affidando così ad altri la gestione della struttura.
La questione riguarda l’intera città e la manifestazione di questa mattina ne è la chiara dimostrazione.
“L’Hospice è una vera eccellenza – spiega Nuccio Azzarà, segretario generale UIL Reggio Calabria – Se non si difende una struttura come questa che speranza può avere l’intero pacchetto sanitario regionale? Qui parliamo di un diritto che deve essere garantito alla comunità. Questa non è una fabbrica in cui si producono bulloni, qui è in gioco la salute delle persone. Dobbiamo stringerci e difendere l’Hospice. Cosa chiediamo all’ASP? Chiediamo un livello adeguato di qualità e professionalità manageriale nonchè l’obbligo di sedersi attorno a un tavolo e trovare una soluzione. L’ASP non può chiudersi, il tempo sta scorrendo e dicembre è alle porte”.