Ponte sullo Stretto, il Pd di Villa: 'Un muro per le grandi navi'

Torna la questione del franco navigabile a 65 metri. La nota del gruppo dem di Villa San Giovanni

“Il franco navigabile del Ponte sullo Stretto di Salvini è di 65 metri. Ciò significa che, con il ponte a pieno regime – con i treni, i mezzi pesanti e i veicoli circolanti – non potranno passarci sotto le cosiddette “Grandi Navi”, con altezza superiore ai 65 metri. Tra le navi in costruzione, più del 50% ha un’altezza non compatibile con questo ponte e, inoltre, il moto ondoso dello Stretto provoca oscillazioni anche di 5-10 metri.

Con questa consapevolezza, il Circolo PD di Villa San Giovanni ha formulato a maggio scorso una specifica istanza di “accesso civico” diretta a tutte le istituzioni competenti, al fine di acquisire i dati reali circa il transito, sullo Stretto, di navi con altezza superiore al franco navigabile del ponte”.

Lo ha scritto Enzo Musolino, Segretario cittadino Partito Democratico Villa San Giovanni.

“Ci ha risposto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, richiamando i dati trasmessi dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, riferiti all’anno 2023. Sono cinque le navi da crociera (trasporto persone) con altezza superiore a 65 metri che si sono mosse, nel periodo di riferimento, sulla tratta che riguarda lo Stretto di Messina. Sono quindici le navi mercantili (container) con altezza superiore a 65 metri che sono transitate nello Stretto nel 2023, nell’ambito dei viaggi commerciali svolti; e non ci tranquillizza il fatto che ad alcune di queste navi si possano togliere i fumaioli per abbassarle un po’!

I dati dei singoli transiti non ci sono pervenuti, ma è indubbio che il dato numerico delle navi vada moltiplicato per i transiti – di persone e di merci – annualmente effettuati sullo Stretto, misurando così una verità ormai acquisita, che inchioda tutte le istituzioni coinvolte a una responsabilità epocale: Non si sta costruendo un ponte, stanno alzando un muro sullo Stretto.

I dati trasmessi, come detto, riguardano solo il 2023, ed è noto come il fenomeno del cosiddetto “gigantismo navale” (sia in ambito turistico che commerciale) sia in aumento esponenziale per godere delle cosiddette economie di scala. Ciò significa che il dato trasmesso è già sottostimato, superato, destinato a incrementare di molto nel corso degli anni, nel decennio e oltre necessario alla costruzione del fantomatico ponte.

Cosa significa tutto questo? Cosa significa misurare i transiti presenti e futuri con la perdita enorme di turisti e di merci che passano sullo Stretto a bordo di queste “grandi navi” e che più non vi passeranno? Il danno economico è evidente per tutti e la prima vittima certa di tutto questo è il Porto di Gioia Tauro!

Già attrezzato per accogliere navi container superiori ai 77 metri, con un potenziale di sviluppo smisurato grazie alla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, accanto a un passaggio naturale perfetto come lo Stretto di Messina, il porto di Gioia – il porto della Calabria e del Sud – sarà affossato dal ponte della Lega, a tutto vantaggio dei porti del Nord”.

“È evidente – si legge ancora nel comunicato – che non possiamo arrenderci a tutto questo. È evidente che la questione, la tragedia del “ponte”, trascende i destini di Villa e di Messina, coinvolgendo tutta l’area del Mediterraneo. Non è più rinviabile una sospensione di tutto l’iter; occorre bloccare tutto, aprire un tavolo di approfondimento a Roma, con il coinvolgimento del Governo, delle commissioni parlamentari competenti, dei presidenti delle regioni del Sud, degli amministratori dei territori coinvolti, dei corpi intermedi, dei partiti e della società civile.

È opportuno sottrarre alla “Società Stretto di Messina SpA in liquidazione e ora rediviva” la gestione di una procedura che ha una enorme ricaduta politica, strategica e di sviluppo e che non può essere tradotta in rapporti individuali di volta in volta e separatamente posti in essere dall’Amministratore Delegato Ciucci con i sindaci coinvolti e con le altre autorità competenti. Non è più possibile accettare il sostanziale commissariamento dello Stretto.

La questione del “franco navigabile” (ormai certa nei rischi incombenti, grazie ai dati acquisiti dal Partito Democratico villese), insieme alle altre questioni emergenti – in primis i limiti e le carenze certificate di un progetto definitivo inesistente, già bocciato, sostanzialmente da rifare per profili essenziali tecnici e ambientali – impongono un ripensamento generale sull’opera, l’applicazione dell’aureo principio di precauzione, una valutazione complessiva, di prospettiva, che solo le istituzioni politiche possono avocare a sé, superando i limiti delle società committenti e degli appaltatori coinvolti.

L’interesse generale, pubblico, deve prevalere su ogni disegno di parte!

Tutto questo è già emerso recentemente, il 14 giugno u.s., nel corso del Consiglio Comunaleaperto” di Reggio Calabria, con un “secco no” all’opera e con la prossima approvazione della “mozione Pazzano” (predisposta dal Movimento La Strada e subito sostenuta e divulgata dal Circolo PD villese), che prevede la sospensione di tutti gli atti propedeutici alla cantierizzazione, la fine dell’accelerazione del Ministro Salvini sull’opera.

Questa impostazione – conclude il Pd villese -, questa mozione di buon senso, va approvata anche a Villa e a Messina, va tradotta in atti politici urgenti in Parlamento e nel Governo. Non possiamo permetterci di distruggere lo Stretto, di affossare il porto di Gioia, di essere condannati al sottosviluppo economico e all’inquinamento ambientale per una bandierina ideologica svenduta su tavoli politici estranei agli interessi del Sud”.