Festa Madonna a Reggio: il caso Fedez arriva a La vita in diretta

Nonostante i chiarimenti della Chiesa reggina, il caso è arrivato su Rai1. Don Giovanni Gattuso: "Fedez è blasfemo"

Il caso Fedez arriva in tv. Ieri pomeriggio, nel corso del programma “La vita in diretta” su Rai1, condotto da Alberto Matano, è stato trasmesso il servizio “Non vogliamo Fedez alla festa della Madonna”. Un titolo che racchiude la tensione e la polemica scaturita a Reggio Calabria intorno alla presenza del noto rapper ai festeggiamenti civili in onore della Madonna della Consolazione, la patrona della città.

La vicenda è nata dalla posizione di un parroco reggino, Don Giovanni Gattuso, che ha espresso pubblicamente la sua avversione per la partecipazione di Fedez alla festa: “È un’offesa alla nostra religione. Blasfemo, non adatto, non incontra il favore dei reggini”. Una dichiarazione forte, che ha subito suscitato ampio dibattito sia tra i fedeli che nell’opinione pubblica nazionale.

Il sentimento di opposizione del parroco sembra condiviso anche da alcuni cittadini, che, intervistati nel corso del servizio, hanno espresso perplessità e disaccordo rispetto alla presenza dell’artista durante i festeggiamenti. Tuttavia, nonostante il tono deciso delle sue parole, Don Giovanni Gattuso ha poi aggiunto un messaggio di apertura e di preghiera:

“Lo perdoniamo e preghiamo per la sua conversione”.

Questa presa di posizione ha inevitabilmente acceso i riflettori mediatici sul caso, trasformando una questione locale in un argomento di interesse nazionale.

Nonostante le polemiche sollevate, la Chiesa reggina ha scelto di adottare una posizione di accoglienza e apertura. Attraverso una lettera del vescovo, Monsignor Fortunato Morrone, è stato annunciato che il concerto di Fedez si terrà come previsto durante i festeggiamenti civili in onore della Madonna.

Con parole concilianti, il vescovo Morrone ha dichiarato: “Il compito della Chiesa è quello di accogliere tutti, anche chi ci insulta”. Un messaggio chiaro che ha l’obiettivo di smorzare i toni della polemica, ribadendo il valore dell’accoglienza e della misericordia come principi fondamentali della comunità cristiana. La lettera ha segnato una svolta nella controversia, sottolineando la volontà della Chiesa di promuovere un dialogo aperto e inclusivo, anche nei confronti di coloro che possono apparire in contrasto con i suoi valori.

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