Estate Reggina invisibile, Scopelliti: "Manca completamente una visione di città"

"A metà luglio senza un cartellone di eventi e gazebo ancora chiusi. Chi prima criticava il Modello Reggio, ora prova a scopiazzare senza risultati", le parole di Scopelliti

L’estate reggina può ancora attendere, mentre si è ormai arrivati alla metà di luglio. Come già evidenziato su queste pagine, si tratta ormai di una triste abitudine in riva allo Stretto. O meglio (doveroso precisare), sulla sponda calabrese dello Stretto.

L’anno scorso la presentazione ufficiale dell’Estate Reggina arrivò il 7 luglio, negli anni precedenti solitamente nella seconda metà di giugno, nel 2022 addirittura il 27 luglio, quindi con agosto alle porte.

A Messina è un pullulare di iniziative ed eventi di carattere nazionale, solo nell’ultima settimana il San Filippo ha ospitato i concerti di Zucchero e Max Pezzali (con Falcomatà in quest’ultimo caso tra le migliaia di spettatori presenti), nei prossimi giorni invece l’appuntamento con l’Rds Summer Festival.

Gli ultimi 20 anni di politica e storia a Reggio Calabria sono facilmente sintetizzabili con le amministrazioni a guida Giuseppe Scopelliti e Giuseppe Falcomatà. Lo stesso nome all’interno di due mondi contrapposti, due modi di amministrare e di comunicare completamente diversi ma anche due epoche per la città distinte e separate.

In mezzo c’è stato, oltre alla gestione a guida Arena, l’incubo del commissariamento. Una ferita che ancora sanguina, non solo metaforicamente, per l’enorme difficoltà che Reggio Calabria continua a vivere, non riuscendosi a rialzare del tutto e abbracciare con entusiasmo una nuova epoca di rilancio.

Un incubo, quello del commissariamento, che torna a fare capolino sopra Palazzo San Giorgio complice l’inchiesta Ducale e che rappresenterebbe (questo si, mette d’accordo maggioranza e opposizione, fatto più unico che raro) la mazzata definitiva per la città.

Tornando all’Estate Reggina, il confronto fa impallidire se si torna con il pensiero agli anni del Modello Reggio, un modello tanto contestato negli anni successivi e considerato dal centrosinistra come l’architrave dell’insuccesso della gestione Scopelliti.

L’ex sindaco e Governatore, in occasione dell’evento che lo ha visto protagonista a Motta San Giovanni per la presentazione del suo libro ‘Io sono libero’, si è soffermato anche sui ritardi e la gestione dell’Estate Reggina da parte dell’amministrazione Falcomatà, iniziando però da una considerazione personale.

“E’ sempre piacevole incontrare reggini e calabresi, persone di sinistra, che mi dicono che oggi mi voterebbero anche se hanno un’altra idea politica. Una volta incontrai un signore distinto, mi disse ‘io sono un pentito’ e rimasi perplesso dalla sua frase. Poi aggiunse “Sono un pentito di non averla mai votata, spero un giorno di poterlo fare”. Ma dovrà rimanere con questo pentimento… (sorride, ndr).

Tutta  questa stima fa piacere, forse riconoscono la dignità e il percorso affrontato sempre a testa alta anche nelle difficoltà. A 47 anni ero un esponente in rampa di lancio del centrodestra, con tante ambizioni ed obiettivi e vere amicizie ai vertici nazionali del Pdl. Poi è accaduto tutto quello che sappiamo…”.

L’Estate Reggina tarda ad arrivare, l’effetto Ryanair rischia così di evaporare. Scopelliti critica apertamente il modello gestionale dell’amministrazione Falcomatà.

“Reggio Calabria non ha una visione di sviluppo della città, non ha un disegno strategico, vive alla giornata. Quando siamo a luglio inoltrato non c’è l’Estate Reggina, i gazebo sono ancora chiusi.

Manca completamente una pianificazione. Ricordo ai miei tempi, ero consigliere comunale, facevo già queste considerazioni. Ero giovane ma chiedevo già agli amministratori dell’epoca quale fosse il futuro della mia città, la vocazione da assecondare. Non ho mai avuto risposte”.

L’ex sindaco e governatore ribadisce, con orgoglio, di un modello che per anni aveva visto oggettivamente a Reggio Calabria un fermento e dinamismo ben diverso rispetto a quello delle ultime stagioni.

“Hanno contestato per anni gli investimenti sul campo della promozione dell’immagine della città, salvo poi provare a riproporli, cercando di scopiazzare con risultati decisamente negativi.

Bisogna costruire un brand, una città che mira ad avere una visione con precise strategie. L’operazione di Rtl ad esempio è stata una delle più belle in assoluto, parliamo di una radio nazionale con 6 milioni di ascoltatori al giorno.

Il messaggio che veniva veicolato attraverso la radio era importantissimo, un messaggio vincente che aveva fatto presa su tutto il territorio nazionale”.