Ecco i Bronzi di Gerald Bruneau in mostra al Parco Ecolandia. Guarda l’intervista esclusiva!


Il parco di Ecolandia, nei giorni 20 e 21 settembre ha ospitato nuovamente la kermesse artistica che già ad agosto ha registrato una importante partecipaione di pubblico. E’ tornata l’arte. E’ tornata la musica.E’ tornato anche il fotografo Gerald Bruneau, che ha esposto, preferendo Reggio Calabria a New York, gli scatti inediti del progetto fotografico legato ai Bronzi di Riace.Citynow.it ha incontrato l’artista nato a Montecarlo ma cittadino del mondo. Sotto troverete tutti gli scatti esposti al fortino di Arghillà all’interno del Parco di Ecolandia.Di seguito una breve biografia dell’artista:La vita di Gerald Bruneau è un tuffo senza fine in un oceano di molteplici e variegate realtà, talmente diverse le une dalle altre da disorientare chiunque provi a metterci piede.Ogni suo scatto è un differente punto di vista sulle infinite sfaccettature della realtà.Anni 70 dopo Parigi ed una parentesi in Italia sbarca a New York e viene subito assorbito dalla Factory di Andy Warhol. In perfetta sintonia con la genialità del fondatore della Pop Art, collabora attivamente all’interno di quella che definirei “un’officina dell’avanguardia creativa di massa”. Lì il lavoro collettivo s’incontrava con un mondo che, irresistibilmente attratto, gli ruotava intorno quotidianamente. Bruneau, che non è un fotografo stanziale, sente però il bisogno di fare anche altro, e nel 1988 segue la campagna elettorale di Jesse Jackson, il secondo afroamericano che si presenta per diventare Presidente degli Stati Uniti. Come prevedibile, vince l’altro candidato, il democratico Dukakis, più votato dai bianchi, e Jackson, che si era sempre impegnato nella difesa dei più deboli, torna ad occuparsi di diritti civili.Il lavoro successivo si riallaccia in qualche modo all’esperienza della Factory. Si tratta infatti di un reportage sul Chelsea Hotel di New York, albergo atipico in quanto considerato in primis come centro di attività artistica e bohemien, nonché importantissima sede di un grande patrimonio storico e culturale. Qui si trovano opere d’arte create da molti degli artisti che lo hanno semplicemente visitato o che vi hanno trascorso dei lunghi soggiorni, tra cui Bob Dylan, Janis Joplin, Patti Smith e Sid Vicious.L’esperienza americana del fotografo non si ferma.Trascorre circa due mesi, partendo da New Orleans, città tempio del jazz delle origini, lungo un flusso continuo di immagini, colori e musica. In cammino lungo le rive della storia, ascoltando la voce dell’America nera, ruba con la sua pellicola la natura religiosa ed esistenziale che rispecchia perfettamente il quadro sociale dell’epoca.Ma la sua curiosità e la sua necessità di scoperta lo riportano in Italia, dove, insieme alla giornalista Lucia Annunziata, decide di partire per Israele. In pieno conflitto arabo-israeliano, s’infiltra in un gruppo di estrema destra, per fermare con il suo obiettivo tutte le sanguinarie azioni di rappresaglia che i soldati facevano in mercati, moschee, luoghi pubblici o privati ai danni dei palestinesi. Il suo lavoro da fotoreporter a quel punto accelera, portandolo prima in Kurdistan nei movimenti del PKK e poi a Tirana nel 1990, rendendolo testimone di repressioni violente e drammatiche.Dopo aver trascorso qualche anno in Italia ed aver avuto una relazione con la principessa Giovanna Pignatelli (relazione coronata dalla nascita del figlio Thierry), nel 1997 è di nuovo in viaggio oltreoceano: obiettivo Texas. Stavolta le immagini che immortalerà saranno quelle dei condannati nel braccio della morte della prigione di Huntsville. Qui i detenuti vivono una sola ora di ricreazione al giorno, da soli, senza alcun contatto umano con gli altri reclusi. Le restanti ore le passano chiusi nelle loro celle in attesa dell’esecuzione, che può avvenire anche dopo molti anni. Le foto più famose sono quelle di Henry Lee Lucas, il leggendario serial killer statunitense, accusato di oltre duecento omicidi, la cui storia ancora oggi rimane un mistero.Ci vorrebbe un biografo esperto per poter riportare l’odissea di quest’uomo che, dopo una vita da giramondo, ha finalmente trovato il suo nido, insieme alla adorata compagna Adriana Faranda alla quale, oltre che sentimentalmente, è legato anche professionalmente.Questo è solo un assaggio di Gerald Bruneau, che oggi vive fotografando personaggi della politica, dello spettacolo, dello sport e della cultura, pubblicati da “Washington Post”, “Time”, “Newsweek”, “Le Figaro”, “Le Monde”, “Vanity Fair”, “Magazine” del “Corriere della Sera” e questa volta da“the trip”.ECCO L’INTERVISTA ESCLUSIVA:online website