Ducale, Minicuci ne ha per tutti: "Pd pesantemente coinvolto, Irto cosa dice? Cardia voluto da Minasi"

"Se a Cardia è pervenuta l'informazione sulle indagini, si dimetta. Non potrò stare nel gruppo della Lega con un indagato di accuse così gravi e infamanti", l'affondo di Minicuci

L’operazione Ducale continua a far tremare Palazzo San Giorgio con nuovi sviluppi dell’inchiesta che vede adesso iscritti nel registro degli indagati anche l’assessore Domenico Battaglia del Pd, il consigliere comunale in quota Lega Mario Cardia e l’ex senatore Bilardi.

Ai microfoni di CityNow Antonino Minicuci, consigliere comunale della Lega, commenta così gli ultimi aggiornamenti sull’inchiesta Ducale:

“Qualche giorno fa sono emerse indagini che delineano ancor più chiaramente un presunto patto segreto tra la ‘ndrangheta e alcuni esponenti politici, i massimi esponenti politici locali del Pd, tra i quali anche il sindaco, un assessore e il capogruppo.

L’ultimo assessore coinvolto (Domenico Battaglia, ndr) è stato sempre ed è un un uomo politico di punta del Partito Democratico. Qui il discorso, insomma, si fa veramente serio, perché la situazione è gravissima. Le irregolarità sono gravi al punto di compromettere la genuinità del risultato elettorale e il principio democratico si considera violato.

Vorrei che su questo punto concordasse anche il Partito che si definisce “democratico”, perché l’aggiunta di schede votate da persone che non sono mai andate a votare, viola il principio democratico che prevede che ogni voto sia correttamente letto e conteggiato. Altrimenti il cittadino non va più a votare perché sa che il suo voto non sarà conteggiato”.

Prosegue Minicuci:

“Abbiamo a oggi una situazione secondo cui il Presidente del seggio elettorale, come ha confessato, avrebbe inserito 50 schede nell’urna votate da lui a favore di Falcomatà. Oggi le ultime intercettazioni ci dicono che due scrutatrici hanno inserito o fatto altrettanto su volontà della ‘ndrangheta. E capite bene che la mancanza di trasparenza e imparzialità nelle operazioni elettorali mina la fiducia dei cittadini nel processo democratico.

Il capogruppo del PD e consigliere Giuseppe Sera è stato individuato dal ROS dei Carabinieri e dai magistrati inquirenti come soggetto che si è recato alla casa del boss per ringraziarlo per i voti ricevuti. Sollevando grave preoccupazione circa la sua condotta ed integrità. Certamente sarà la magistratura a dover accertare se ciò sia vero o no, ma noi non abbiamo ad oggi sentito alcuna smentita da parte dell’interessato se questo fatto sia avvenuto o meno. È fondamentale, il Pd l’ha domandato? L’ha chiesto? Le accuse mosse contro il consigliere Sera sono gravissime e richiedono una risposta immediata e appropriata da parte del Consiglio”.

Conclude il consigliere:

“Io inviterei il Consiglio a valutare la sospensione temporanea del consigliere Sera da presidente della 3ª Commissione consiliare. Sospensione fino alla conclusione delle indagini in corso e alla successiva valutazione da parte del Consiglio comunale. Rinnovo l’appello al segretario regionale del Pd Nicola Irto. Dopo quest’ultima indagine del ROS e dei magistrati inquirenti che ha colpito un altro uomo di punta del partito, è chiaro a tutti che la commissione d’accesso arriverà a Reggio Calabria.

E sottolineo che tutte le commissioni d’accesso, fino a oggi, hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale. Non se n’è salvato nessuno. Dico all’onorevole, faccia dimettere i consiglieri del Pd: la questione morale una volta voleva dire qualcosa per la sinistra. Noi ci saremo, la magistratura stabilirà se e chi ha sbagliato. Sono garantista e nel caso di specie io mi costituirò parte civile nel processo che verrà celebrato per il patto scellerato tra esponenti PD e la ‘ndrangheta”.

Minicuci ha però qualcosa da ridire anche sulla posizione di Cardia e su come il consigliere, assieme ad Armando Neri, sia entrato a suo tempo nel gruppo leghista.

Chi ha voluto Cardia nella Lega? Circola la voce che il segretario provinciale Recupero abbia detto che lui era contrario: per me sì, questa cosa è vera, perché anch’io e il capogruppo De Biasi avevamo delle perplessità non tanto sui soggetti, ma volevamo aspettare per vedere un po’ le “situazioni”. Io conoscevo personalmente Armando Neri, persona di tutto rispetto, ma anche in quel caso avevamo detto aspettiamo un attimo, vediamo i comportamenti in Consiglio per capire la genuinità dell’adesione alla Lega. La loro adesione è stata voluta a tutti i costi dalla senatrice Minasi e dal Sottosegretario Durigon“.

Conclude Minicuci:

“Se a Cardia è pervenuta l’informazione di garanzia, si dimetta. Se gli è pervenuta e non si dimette, che il partito prenda provvedimenti seri. Io non potrò stare nel gruppo della Lega con un indagato di accuse così grave infamanti. Se poi dimostrerà di essere innocente, il partito darà il debito riconoscimento. L’ingresso immediato di queste due figure,  una cosa così repentina, affrettata, non condivisa, è stata voluta dal sottosegretario su sollecitazione della senatrice. Molto chiaro, non ho peli sulla lingua, e ripeto non resterò nel gruppo Lega con un consigliere che è indagato per accuse così gravi e infamanti. Spero che Cardia dimostri tutto quello che deve dimostrare ma qui non è una semplice questione di brogli: qui c’è un’accusa molto grave di patto scellerato con la ‘ndrangheta”.