Ducale tocca altri tre politici: consiglio comunale sempre più infangato

Adesso anche il centrodestra, con Mario Cardia indagato, si trova nella stessa imbarazzante situazione

Aula Battaglai Consiglio Comunale Reggio Calabria (3)

Appare doverosa l’ennesima riflessione dopo la notizia riportata oggi sull’estensione dell’inchiesta Ducale.

Finiscono nel registro degli indagati altri tre politici. Si tratta di Mimmetto Battaglia, assessore comunale a Reggio Calabria in quota Partito Democratico, Mario Cardia, oggi consigliere comunale della Lega (e che all’epoca dei fatti contestati si trovava nei banchi della maggioranza) e Giovanni Bilardi, ex senatore eletto con il Grande Sud nel 2013.

Ai tre già noti nomi di Giuseppe Falcomatà e Giuseppe Sera, oltre il consigliere regionale Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia), si aggiungono così altri due componenti del consiglio comunale, che finiscono nel mirino degli inquirenti.

Ricordiamo come l’inchiesta, coordinata dalla Dda che ha colpito gli Araniti di Sambatello, ha coinvolto quattordici persone, di cui undici in arresto (sette in carcere e quattro ai domiciliari).

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Le accuse, per i rappresentanti del governo cittadino sono pesantissime, se si pensa che il reato contestato è di scambio elettorale politico mafioso. Adesso le ombre e i dubbi che ruotano attorno alle ultime elezioni comunali a Reggio Calabria aumentano e si moltiplicano.

Cosa è successo davvero alle ultime elezioni? C’è stata o no una compravendita di voti? Ha inciso la cosca Araniti nella vittoria di Falcomatà?

Numerosi gli interrogativi che al momento rimangono senza una risposta. Anche se da un lato è il Gip stesso che ‘assolve’ Falcomatà, quando riporta nero su bianco come “le accuse contro Falcomatà manchino di solidità e concretezza”. Come già riportato sulle nostre pagine l’ordinanza del Gip Quaranta va interpretata in tutti i suoi aspetti e sarà poi la fase processuale a chiarire responsabilità accertando eventuali comportamenti illeciti.

Di fatto però l’inchiesta Ducale, con il processo sui Brogli in corso, macchia l’intero consiglio comunale e scuote ancora di più l’Aula Battaglia.

Falcomatà, Battaglia, Sera e Cardia. Parliamo di un primo cittadino, di un assessore comunale e di un consigliere, tutti esponenti del PD, partito che secondo gli inquirenti sarebbe stato favorito dalla ‘ndrangheta. A loro si aggiunge Mario Cardia, oggi in quota Lega ma che all’epoca dei fatti sosteneva l’amministrazione.

L’inchiesta del Ros travolge dunque l’intera politica cittadina, non solo la maggioranza ma adesso anche l’opposizione che, in queste settimane, ha cercato di fare la morale al centrosinistra. E a distanza di meno di un mese anche il centrodestra si ritrova coinvolta nelle stesse e a dir poco imbarazzanti vicende di ‘ndrangheta.

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“Falcomatà si dimetta”, tuonava Mario Cardia insieme ai consiglieri comunali di opposizione della Lega.

Ci chiediamo adesso se lo stesso Cardia, anche lui indagato per scambio elettorale politico-mafioso, stia o meno pensando alle dimissioni da consigliere comunale. Chissà se Saccomanno o Minicuci stiano pensando poi di invitare Cardia alle dimissioni o a lasciare il partito.

Ma si sa, la coerenza è una dote sempre più rara in politica.

“È arrivato il momento di staccare la spina. – scrivevano i consiglieri della Lega – Abbiano un sussulto d’orgoglio, vadano a casa e restituiscano la parola agli elettori”.

Così, in una nota, la Lega, solo tre settimane fa.