‘Doppio Sogno’ – Paranoid Park, quando una generazione è smarrita
09 Agosto 2018 - 20:07 | di Pasquale Romano
All’inizio del 2008 è uscito in Italia Paranoid Park, film di Gus Van Sant, regista ribelle per antonomasia e in chiara controtendenza rispetto ai classici parametri Hollywoodiani. Per capire meglio basta citare due dei suoi ultimi film: Elephant, traumatizzante scorcio dei massacri avvenuti nelle high school americane e Last Days, silenzioso ritratto riguardante gli ultimi giorni di una rockstar, ispirato al leader dei Nirvana Kurt Cobain.
In Paranoid Park, Van Sant adatta liberamente il romanzo omonimo di Blake Nelson e torna a parlare di quello che gli sta più a cuore ovvero i ragazzi, gli adolescenti. Tutto ruota attorno ad Alex (giovane studente di Portland, appassionato come molti suoi coetanei di skateboard), e al suo percorso esistenziale alquanto tormentato. Indeciso se lasciare o meno la fidanzatina, con i genitori in crisi, iniziando a frequentare il pericoloso ed affascinante Paranoid Park ad Alex capiterà qualcos’altro che complicherà a dismisura il suo già fragile stato d’animo…
Van Sant conferma il suo stile fortemente anti-conformista, vero marchio di fabbrica nonché di originalità, qualità sempre più rara al giorno d’oggi (basti pensare che gli attori sono stati scelti tramite Myspace).
In questa pellicola fondamentale si rivela l’apporto sonoro nella sua totalità, non a caso Van Sant ha iniziato come regista di videoclip. Importante il lavoro prodotto nella scelta delle musiche, che spaziano in un campo vastissimo. Oltre alle composizioni originali troviamo la musica classica di Beethoven, le classiche canzoni folk americane, sino ad arrivare alla colonna sonora tratta dal film Giulietta degli spiriti di Federico Fellini, musiche create dal maestro Nino Rota, scelta curiosa di Van Sant che meriterebbe un approfondimento nella motivazione.
Splendide le riprese degli skaters che si alternano nel corso del film, perennemente in rallenty (tecnica un po’ abusata in tutto il film) e girate in super 8mm a differenza del resto del film girato in 15mm. Ricercato anche il montaggio non sequenziale che aiuta a partecipare allo straniamento del protagonista.
Non avevamo certo bisogno di questo film per vedere quanto Van Sant cerchi di capire le nuove generazioni, già in altri film i giovani erano al centro della storia (Belli e Dannati, Da Morire ed Elephant per fare qualche esempio). Al regista statunitense interessano i problemi che affliggono i ragazzi, e come cercano di uscirne, o prima ancora se e come decidono di comunicarlo, di farlo arrivare a chi gli sta vicino.
Gli adulti vengono solo sfiorati nella vicenda, il regista non sembra colpevolizzarli eccessivamente, per quanto li ritenga responsabili capisce anche la difficoltà di entrare in un mondo sempre più chiuso, e che vuole coscientemente sentirsi distante. Simbolicamente, gli adulti vengono sempre “manomessi”: ora sfocati, ora tagliati o addirittura eliminati nelle varie inquadrature, la differenza deve essere chiaramente esibita.
Tornando ai giovani bastano poche frasi per capire che a loro non interessano neanche i problemi della guerra in Iraq, figurarsi la semplice informazione dei telegiornali o dei quotidiani; Alex (che forse non a caso si chiama come il protagonista di Arancia Meccanica o come il co-protagonista di Elephant dello stesso Van Sant, altri 2 esempi anche se diversi di gioventù “difficile”) e facilmente riconoscibile nel ruolo di simbolo di una generazione allo stesso tempo smarrita e perdutamente lucida, insofferente e insoddisfatta, che avvolge nell’indifferenza tutti i turbamenti.
il viso del protagonista, estremamente pulito ed imperturbabile di fronte a qualsiasi cosa gli succeda, e la chiave di volta per riconoscere che i problemi degli adolescenti sono diversi e sempiterni. cambiano con le generazioni, e con esse cambiano gli occhi di chi li vive, li soffre,e di chi cerca di capirli.
’Doppio Sogno’ è la rubrica cinematografica di Citynow. Le ultime novità in sala ma anche film recenti e del passato, attori e registi che hanno fatto la storia del cinema. Racconti, recensioni, storie e riflessioni sulla Settima Arte.