Donne dietro le sbarre’: presentato al carcere di Locri il libro edito da Rubettino.


Venerdì 11 aprile 2014, nell’Istituto Penitenziario di Locri, le persone detenute hanno avuto l’opportunità di commentare il libro “Donne dietro le sbarre” (edito da Rubbettino) assieme all’autrice Liliana Cristoforo, la quale per trent’anni ha diretto istituti penitenziari per lo più femminili. Il Direttore, dott.ssa Patrizia Delfino, ed il Comandante del reparto, dott. Domenico Paino, hanno ringraziato l’autrice del libro, l’associazione culturale “Un salto nella luce” che ha organizzato l’iniziativa, la casa editrice Rubbettino che ha fornito gratuitamente alcune copie del libro, oltre ad aver donato in altra occasione dei testi per la biblioteca di questo Istituto.I detenuti, seguiti dallo staff dell’area trattamentale, Valeriani, Rossi e Foti, hanno partecipato con molto interesse fornendo, con i loro interventi e le loro domande, spunti per il dibattito. In particolare i detenuti, interloquendo con l’autrice, hanno voluto evidenziare un aspetto importante del libro: quello della donna vittima di abusi, condannando fortemente ogni forma di violenza.L’iniziativa culturale è stata ben accolta dalla direzione in quanto di alto valore trattamentale e rieducativo ed anche perché ha dato l’opportunità di parlare del carcere e delle sue funzioni che non sono solo afflittive e meramente custodiali, ma anche rieducative e di recupero delle persone detenute.Infatti il libro, oltre ad essere molto realistico, è sopratutto attuale per le tematiche che emergono da queste storie di donne detenute, raccontate in maniera asettica, che non hanno bisogno di commento. Sono storie cariche di umanità, a tratti commoventi, che inducono il lettore a riflettere sui temi che in sottofondo emergono da ciascuna storia di vita.Ad un lettore attento non sfugge il filo conduttore che collega tutte le storie: la violenza sulle donne… Sembra paradossale che un libro che parla di donne detenute, che quindi presumibilmente abbiano commesso un reato, abbia proprio come filo conduttore la condizione della donna nella società ( il libro fa riferimento a storie che si sono verificate negli anni che vanno dai Settanta al 2000… ma la musica non cambia).Donne violentate fisicamente e psicologicamente, costrette a subire la mentalità maschilista, del padre padrone o del marito padrone, costrette a prostituirsi, donne che non hanno la forza di difendere le proprie figlie, donne costrette ad abbandonare i propri figli. Ci sono storie di donne che sopportano per anni le peggiori violenze, non hanno la possibilità di sottrarsi a quella sofferenza perché sole ed arrivano all’atto estremo che è quello dell’omicidio. Ma il libro ci sottopone anche casi di donne che decidono di reagire in maniera positiva, come il caso della collaboratrice di giustizia,di non rinunciare ai propri valori, ai propri ideali, di non rinunciare a migliorare la propria condizione e quella dei propri figli. Donne che lottano per se stesse, per la società onesta, per la gente che vive e vuole vivere onestamente, libera ed in pace. Si può affermare che il libro lanci un chiaro messaggio di speranza a tutte le donne che si trovano in una condizione di sofferenza, di non arrendersi,di non sopportare in silenzio arrivando ai gesti estremi, ma di denunciare e lottare per i propri ideali, per i propri valori e per una società migliore e libera.Nel pomeriggio dello stesso giorno, Liliana De Cristoforo è stata alla libreria Mondadori di Siderno, con il direttore editoriale della Rubbettino Luigi Franco per l’incontro con i lettori.