Diamo il Teatro Siracusa a Marcello Fonte e agli artisti che amano Reggio
07 Giugno 2018 - 15:45 | di Vincenzo Comi
di Pasquale Romano – Chiuso per tristezza. In attesa da capire cosa accadrà al negozio di abbigliamento Zuiki, al momento chiuso, il momento è opportuno per riaprire la riflessione sul Teatro Siracusa, apparso in questi mesi in balìa degli eventi.
Da ricordare e premettere che il cineteatro Siracusa è una struttura privata e non di proprietà dell’amministrazione comunale. Grazie anche all’interesse di Filippo Sorgonà, Giuseppe Tuffo e Fulvio Cama, tre reggini che non volevano rassegnarsi alla chiusura del Siracusa, lo scorso dicembre un nutrito gruppo di associazioni, compagnie teatrali e numerosi artisti avevano fatto partire una mobilitazione.
Nulla da fare però, il Teatro Siracusa si è trasformato in un negozio di abbigliamento: un pugno allo stomaco e una ferita aperta che in questi mesi ha fatto fatica a rimarginarsi. Adesso la chiusura (provvisoria o definitiva?) di Zuiki permette di rilanciare la questione.
L’idea (o forse un sogno) che Citynow propone è quello di fare del Siracusa un ‘laboratorio’, che possa affidarsi alla competenza dei migliori talenti reggini e poggiarsi sulla forza e l’energia delle nuove generazioni. Nel cuore della città, un’anima pulsante che possa fungere da traino per tutto il movimento, coinvolgere le migliori espressioni sulle quali Reggio Calabria può contare.
Marcello Fonte, appena rientrato nella sua Reggio Calabria dopo il trionfo di Cannes non ha avuto dubbi quando si è trattato di indicare un desiderio all’orizzonte: “Vorrei fare qualcosa per la mia città, per i giovani, dare loro l’opportunità di cimentarsi con il meraviglioso mondo dell’arte”.
In passato, anche attraverso la nostra testata, altri artisti reggini del calibro di Fabio Mollo, Alessio Praticò e Daniela Marra avevano espresso un comune rammarico. Vedere Reggio Calabria sofferente dal punto di vista artistico e culturale, incapace di dare concrete opportunità ai giovani.
“La cultura fa aprire gli occhi e attivare il cervello, serve una strategia mirata per valorizzare il prodotto. Sarei fiero di poter dare il mio piccolo contributo per favorire iniziative culturali nella mia terra. Finora purtroppo non si sono create le condizioni”, le parole piene di amarezza di Alessio Praticò.
Anche Fabio Mollo, che in passato aveva organizzato laboratori a Reggio Calabria, per questioni logistiche ha dovuto (suo malgrado) spostare i suoi progetti altrove.
L’appello è alle istituzioni, concreto e deciso: Reggio ha bisogno di arte e cultura, e può contare su una serie di artisti che la amano, e vogliono dare il loro contributo per aiutarla a crescere. Per far si che in futuro ci possano essere nuovi Marcello Fonte, Fabio Mollo, Alessio Praticò e Daniela Marra. Nella speranza che lasciare Reggio debba essere una scelta per inseguire un sogno e palcoscenici più prestigiosi, non una dolorosa imposizione.
“L’arte mi ha curato l’anima e salvato la vita”. (Marcello Fonte)