Reggio, La Strada denuncia: 'I regolamenti comunali inapplicati e disattesi'

Il movimento pubblica la top 11 dei regolamenti non applicati: "Troverete che gli unici sui quali c’è applicazione e vigilanza sono quelli che implicano prescrizioni per la cittadinanza, pagamenti, oneri e tributi"

“Provate ad avventurarvi sul sito del Comune di Reggio Calabria alla pagina Statuto e Regolamenti. Vi sorprenderete a verificare quanti regolamenti, elenchi di buone intenzioni, votati approvati deliberati siano totalmente disattesi. Troverete che gli unici sui quali c’è applicazione e vigilanza sono quelli che implicano prescrizioni per la cittadinanza, pagamenti, oneri e tributi. I regolamenti che, di contro, implicano l’impegno dell’Amministrazione Comunale a generare partecipazione, condivisione delle scelte, democrazia sono nella quasi totalità inapplicati”.

A denunciarlo, in una nota stampa, il movimento La Strada.

“Proponiamo qui un elenco con qualche commento, senza avere la pretesa di essere esaustivi, perché davvero siamo in una situazione di tale confusione che è perfino difficile orientarsi tra delibere ignorate, eppure già pompate come delibere storiche con altisonanti note stampa. Senza sparare sulla croce rossa con il famoso quanto ignorato Codice Etico oggi citato da tutta l’opposizione e che pure quattro anni fa abbiamo ripescato noi de La Strada tra la sorpresa generale di quanti lo avevano votato per poi dimenticarsene, possiamo indicare in sintesi alcune delle mancanze totali.

  1. l Regolamento Randagismo, deliberato nel 2017, che prevedeva tra le altre cose la creazione di una Consulta per la tutela degli animali
  2. ⁠L’istituto degli Assistenti civici, per creare una presenza attiva di vigilanza ed educazione civica sul territorio. Li avete visti?
  3. Il Bilancio Partecipativo con le sue procedure di condivisione e trasparenza. Mai applicato.
  4. Il Regolamento per attuazione degli istituti di partecipazione popolare (Delib. CC n.95-2016), che anche ad una lettura superficiale appare in sostanza disatteso.
  5. Il regolamento per i Beni comuni urbani  su collaborazione tra cittadini e Amministrazione Comunale per la cura e la rigenerazione (Delib. CC n. 47/2015), che è parzialmente adottato grazie all’attivismo di cittadini e associazioni, ma per il quale il Comune avrebbe dovuto mettere in campo tutta una serie di procedure amministrative di facilitazione e pubblicità chiaramente non adottate e per cui non si intravede alcuna volontà di farlo.
  6. La creazione del Comitato per l’attuazione di politiche antimafia – Regolamento per istituzione ed funzionamento (Delib. CC n. 50/2015), mai attivato, su cui abbiamo più volte sollecitato anche con interrogazioni.
  7. Il regolamento per la Concessione di Benemerenze (Delib. CC n. 8/2015) che non è neanche lontanamente adottato per la concessione del Sangiorgio d’oro. Prevederebbe, in tal senso, la condivisione e la votazione dei nominativi con il consiglio comunale. Ma il re sono io…
  8. Il Regolamento per l’istituzione della Denominazione Comunale d’origine, con la creazione di un registro comunale dei prodotti locali. L’unica cosa garantita in questa vicenda è che è inapplicato.
  9. La creazione della Consulta per il Dialogo con le confessioni religiose (Delib. CC n. 49/2018), mai attivata.
  10. Il regolamento per il Consiglio Comunale dei Ragazzi (Delib. CC n. 81/2017), che non esiste.
  11. Il Regolamento per la concessione ed uso degli Orti urbani – (delib. CC n. 96/2016), che davvero avrebbero potuto costituire uno strumento straordinario per il territorio.

Questo è un primo elenco, per non tediare la cittadinanza. E qui non si tiene conto degli Osservatori e delle varie giornate istituiti per la tutela dei diritti della cittadinanza e mai operativi.

È chiaro che c’è una questione politica di scollamento pressoché totale tra le attività di proposta e deliberative delle commissioni e del consiglio comunale e l’“esecutivo” formato da Sindaco e Giunta. Questi ultimi non hanno fin qui tenuto in considerazione gran parte delle deliberazioni di Regolamento nella propria iniziativa di governo. C’è un’altra questione di totale disattenzione alla cittadinanza e a quelli istituti di partecipazione, pubblicità e trasparenza che avrebbero dovuto segnare un cambio di passo in questo dieci anni di continuità amministrativa. Se per lungo tempo i conti sono stati il paravento di tante mancanze, sulla questione regolamenti non ci sono alibi se non una marcata volontà a disattenderli. Ma a cosa servono i Regolamenti, possono poi appassionarci? Ebbene sì! I Regolamenti in democrazia servono a fare tutti uguali, a non generare arbitrarietà e favoritismi. A consentire strumenti di controllo e vigilanza, a condividere le responsabilità e a facilitare i processi di cittadinanza attiva e partecipazione. A misurare concretamente gli obiettivi di un’amministrazione comunale. A non navigare a vista.

Condivideremo pubblicamente e una per una le nostre analisi sui regolamenti inapplicati e cercheremo di fare conoscere quale occasione di ricostruzione della comunità cittadina si sia persa in questi anni. Con il consigliere Saverio Pazzano porteremo all’attenzione delle strutture comunali le nostre osservazioni e porremo delle proposte concrete nella commissione dedicata. Punteremo nel tempo che resta alla decisiva sfida del funzionamento degli istituti partecipativi fin qui disattesi.

Delle tante inaugurazioni la più importante è quella mai neanche programmata, il nastro più importante da tagliare: quello dell’azione politica coerente con le regole che uno si è dato e che sono condivise.