Sanità, Decreto Calabria scaduto: il Governo pensa ad una proroga di tre anni

Le indiscrezioni sulla bozza del nuovo provvedimento, ormai imminente, scatenano la politica

cittadella

Sanità calabrese sempre più nel caos.

E non solo per il pericolo rappresentato dalla recrudescenza della pandemia da coronavirus, che a certi livelli, per ora solo scongiurati, metterebbe in crisi un sistema che fa acqua da tutte le parti.

Sarebbe infatti ormai alle battute finali la redazione di un “nuovo” Decreto Calabria che estrometterebbe quasi del tutto la politica dalle scelte in ambito sanitario, addirittura per i prossimi tre anni. La notizia, anticipata dai colleghi del Corriere della Calabria, ha già scatenato una ridda di reazioni politiche contrarie evidentemente al regime commissariale che ormai è di casa nella nostra Regione.

Su tutte vale la pena ricordare la presa di posizione del Presidente del Consiglio Regionale, Domenico Tallini, secondo cui “se verrà prorogato il commissariamento per tre anni, nei fatti la Regione Calabria sarà privata di una competenza costituzionale per un tempo improponibile, quasi coincidente con tutta la prossima legislatura”.

D’altra parte la posizione di Palazzo Campanella, e della giunta fino a poche settimane fa guidata da Jole Santelli, era nota a tutti e chiedeva a gran voce la fine del commissariamento della Sanità che in sostanza non ha prodotto i risultati sperati, aggravando in alcuni casi la situazione esistente. Tallini chiede quindi rispetto al ministro Speranza invocando un provvedimento “equo ed equilibrato”, che coinvolga la Regione anche in questa fase delicata (si va verso lo scioglimento del Consiglio) e soprattutto rispetti il prossimo Governo regionale che scaturirà dalle urne, al quale non può essere sottratto il diritto-dovere di programmare la politica sanitaria.
Secondo alcuni però, la tempistica del provvedimento, che sarà in discussione in uno dei prossimi Consigli dei ministri, paleserebbe la volontà da parte del Governo di evitare da un lato la “vacatio normativa” dettata dalla scadenza del Decreto Calabria (varato nell’aprile del 2019 e scaduto proprio a cavallo tra la fine di ottobre e l’inizio di questo novembre) e dall’altra gli appetiti della politica relativamente all’infornata di nomina nelle aziende sanitarie e ospedaliere regionali. Proprio in questo senso nella bozza di decreto fatta circolare si disporrebbe la revoca delle procedure selettive dei direttori generali in corso, mantenendo in carica gli attuali commissari straordinari fino a “nuovo ordine”.

Leggi anche

Le indiscrezioni

Il nuovo Decreto Calabria si comporrebbe di sette articoli (nel precedente erano 15) e prevede la proroga del commissario ad acta al quale – scrive il collega del Corriere della Calabria – “fanno capo le attività di gestione tecnico-amministrativa, le funzioni di programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale finalizzate alla tempestiva attuazione del Programma operativo2019-2021 e del piano di rientro, le procedure di appalto superiori alle soglie di rilevanza comunitaria, le funzioni di responsabile della Gestione sanitaria accentrata, in deroga all’articolo 22 del decreto legislativo 118 del 23 giugno 2011 e ogni ulteriore compito indicato nella delibera di nomina adottata dal Consiglio dei ministri. Il commissario esercita tutti i poteri di gestione necessari per conseguire l’obiettivo del riequilibrio”.

Il Commissario dovrebbe essere coadiuvato da due sub commissari “di qualificata e comprovata professionalità ed esperienza” in materia, e si avvarrà di una struttura di ben venticinque persone, di cui “5 unità con qualifica dirigenziale, in posizione di comando, ovvero di distacco obbligatorio, dalla Regione Calabria, da enti regionali e da enti del servizio sanitario regionali”.

Spetterà al Commissario, poi, entro 30 giorni dalla nomina, previa intesa con la Regione, la designazione di un commissario straordinario per ogni ente del servizio sanitario regionale. In assenza di una intesa con la politica regionale, la nomina spetterebbe invece al ministro della Salute attraverso un apposito decreto.

Nella bozza di decreto si prevederebbe anche che il Commissario ad acta verifichi ogni quattro mesi l’operato dei commissari straordinari, con la possibilità di revoca dell’incarico nel caso di valutazione negativa.
Il Commissario dovrà anche, entro sessanta giorni, adottare il programma operativo Covid, definendo nello stesso termine il Piano straordinario di edilizia sanitaria.

Per ciò che riguarda invece gli appalti, si prevede che “il commissario ad acta provvede in via esclusiva all’espletamento delle procedure avvalendosi degli strumenti messi a disposizione da Consip Spa ovvero, previa convenzione, dalla centrale di committenza della Regione Calabria o di centrali di committenza delle regioni limitrofe, per l’affidamento di appalti superiori alle soglie di rilevanza comunitaria”.

Ma il provvedimento conterrebbe anche una disciplina riguardo le cause di decadenza del Commissario ad acta, tra cui “il grave e ingiustificato ritardo nella attuazione degli obiettivi di risanamento e la mancata adozione del programma operativo Covid”.