Richiesta disciplinare per il magistrato Stefano Musolino: “Non è imparziale”
Polemica su Musolino dopo le dichiarazioni contro il ddl sicurezza: Bertolini ed Eccher chiedono al Csm di valutare il suo operato
16 Novembre 2024 - 15:25 | Redazione
Le consigliere laiche del Csm, Isabella Bertolini della Lega e Claudia Eccher di Fratelli d’Italia, hanno richiesto l’apertura di una pratica alla prima Commissione e alla Procura generale della Cassazione per valutare eventuali profili disciplinari a carico del segretario di Magistratura Democratica, Stefano Musolino.
La richiesta è stata incardinata dalla prima Commissione del Csm, che ha competenze sui trasferimenti per incompatibilità ambientale. Secondo Bertolini ed Eccher, un articolo di stampa riferisce che Musolino avrebbe partecipato a un’iniziativa dei ‘No Ponte’ al Centro socio-culturale Nuvola Rossa di Villa San Giovanni, a Reggio Calabria. Durante l’incontro, Musolino avrebbe dichiarato:
“Siamo molto preoccupati; esiste un problema di gestione del dissenso che non può essere affrontato attraverso strumenti penali.”
E ha aggiunto:
“Stiamo vivendo un momento in cui si presentano davanti a noi scelte molto importanti. I conflitti possono essere deleteri se non si basano sul rispetto reciproco delle posizioni e possono essere invece molto fruttuosi se vengono gestiti e governati. Ma per farlo, non si può ricorrere allo strumento penale. Non si possono inventare nuove norme per radicalizzare il dissenso e, addirittura, criminalizzarlo.”
Accuse di connotazione anti-governativa e violazione dell’imparzialità
Le due consigliere sostengono che Musolino abbia una spiccata connotazione anti-governativa, soprattutto riguardo al ddl sicurezza. Bertolini ed Eccher riportano che le dichiarazioni di Musolino rappresenterebbero “affermazioni di tipo politico” e violerebbero i principi costituzionali di imparzialità e indipendenza che tutti i magistrati devono osservare secondo la Costituzione.
La prossima settimana la prima Commissione del Csm valuterà la possibilità di aprire una pratica disciplinare.
La reazione di Giuseppe Santalucia: “Vogliono silenziare le toghe”
“Questa non è più una pretesa di imparzialità, ma una richiesta di silenzio e non è accettabile,” ha dichiarato Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), a margine del Comitato direttivo centrale dell’Anm.
Santalucia ha difeso Musolino, sostenendo che i magistrati hanno il diritto di intervenire sui temi della giustizia spiegando le loro posizioni:
“Si sta oltrepassando il confine del possibile. Una cosa è l’imparzialità, un’altra è la soggezione silenziosa al governo. Non è nella cifra della nostra fisionomia costituzionale e democratica.”
Santalucia ha concluso che chiedere ai magistrati di rimanere in silenzio su questioni che rientrano nel loro ambito professionale è contrario alla democrazia.