Coronavirus, La Strada incalza Falcomatà: risponda a 5 domande sull’emergenza
23 Marzo 2020 - 21:02 | Redazione
“Mentre la maggioranza dei cittadini vive dentro le proprie case, in ottemperanza alle disposizioni governative di distanziamento sociale e di contenimento del contagio, sentiamo la necessità di porre all’attenzione delle Istituzioni Locali cittadine, in primis il Sindaco, e con lui tutti gli attori che a livello locale, specie in queste settimane, sono chiamati a compiere uno sforzo di grande responsabilità, 5 punti per noi di fondamentale importanza”.
Ad affermarlo in una nota è il Movimento “La strada” che si dice disposto a instaurare un clima di piena collaborazione e propositivo, senza divisioni rispetto ai punti da sottoporre al primo cittadino.
Il primo punto affrontato da La Strada è relativo alle persone senza fissa dimora, soprattutto in un momento in cui è fondamentale mantenere il distanziamento sociale queste persone vivono una marginalità esasperante. Il grande lavoro dei volontari e della Diocesi che – sostengono – mette a disposizione le proprie strutture non può essere sufficiente in un momento così complesso, pertanto diversi di loro non hanno una casa dove trovare rifugio e rischiano anche di subire le ripercussioni delle prescrizioni contenute nei DPCM e nelle Ordinanze Sindacali.
“Chiediamo quindi, alle Istituzioni Locali, se sono state prese delle misure di salvaguardia per queste persone e se sì quali. Chiediamo subito un intervento straordinario al fine di garantire a queste persone soluzioni che agevolino l’igiene personale e un riparo che garantisca l’assenza di promiscuità”.
Il secondo punto in questione è il dramma della disabilità vissuto dalle famiglie. “Pensiamo ad una famiglia con un disabile psichico, pensiamo a chi vive già la segregazione di una disabilità fisica. Ancor più pensiamo a chi vive la propria disabilità in solitudine”. La condizione estrema di quarantena rischia di far sprofondare nella sciagura tante famiglie, letteralmente abbandonate dentro le proprie abitazioni.
“Chiediamo di sapere se sono stati presi interventi a sollievo di questi nuclei familiari e che riservi loro servizi straordinari di assistenza, compresa la possibilità di beneficiare di ore in spazi aperti ed isolati, pur garantendo il distanziamento sociale, a salvaguardia del benessere psicofisico minimo di persone già malate”.
Il terzo punto riguarda l’impatto socio economico che questa emergenza avrà soprattutto sui tanti lavoratori soli e in nero che oggi si trovano esposti senza alcuna sicurezza economica. Basti pensare alle donne impegnate nelle pulizie domestiche o a chi trovava economia con piccoli lavoretti o persino a chi vive esclusivamente di elemosina: sono persone che non avranno più nemmeno quella manciata di euro per un po’ di cibo.
“Chiediamo un intervento straordinario per garantire beni di prima necessità accessibili facilmente a tutti coloro che si troveranno in una pesantissima condizione di povertà economica”.
Ma non per tutti la casa è luogo di rifugio. Per molte donne (e con loro spesso figli minori) purtroppo è il luogo dove si consuma atroce violenza.
“Chiediamo un intervento immediato in accordo con le associazioni che anche in questi giorni continuano a rispondere telefonicamente ai numeri anti-violenza, per procedere all’allontanamento immediato presso siti sicuri ed isolati (alberghi, bed&breakfast) di tutte le donne che chiederanno aiuto. L’obiettivo principale ora deve essere salvare le vite di donne e minori poste in pericolo”.
L’ultimo punto di domanda de La strada riguarda la cronica carenza idrica. “Non possiamo permettere che nel mezzo di una emergenza sanitaria senza paragoni si verifichi che interi quartieri restino senz’acqua quando la prescrizione principale per evitare il diffondersi del virus è l’igienizzazione costante”.
“Chiediamo di sapere che tipo di interventi sono stati posti in essere dall’Amministrazione Comunale al fine di garantire l’approvvigionamento costante di acqua. Chiediamo, comunque, che l’Amministrazione comunichi alla cittadinanza se vi è un reale problema di approvvigionamento e offra dunque chiaramente le dovute indicazioni, se necessarie, al fine di allertare la cittadinanza circa il buon uso o eventuale razionalizzazioni”.