Coronavirus, Conte parla all’Italia: ‘Dobbiamo essere uniti e chiudere tutto’
In diretta il Premier Conte comunica all'Italia la chiusura di tutte le attività tranne quelle essenziali
11 Marzo 2020 - 21:58 | Redazione
“Il mio grazie va a voi che state rispetto le misure per evitare il rischio di contagio da Coronavirus. Vi ringrazio, so che state cambiando le vostre abitudine, state compiendo dei sacrifici. Le vostre rinunce piccole e grandi stanno dando un contributo enorme”.
Inizia così il discorso del Premier Giuseppe Conte che, ancora una volta, parla agli italiani.
“Tutto il mondo ci guarda e vede un paese in difficoltà, che dà prova di rigore e resistenza. Siamo i primi in Europa ad aver fatto fronte al Coronavirus. Ma siamo anche quelli che hanno reagito meglio. Domani il mondo ci guarderà con ammirazione, ci prenderà come esempio positivo. Noi con il con nostro senso di comunità vinceremo questa pandemia”.
Conte prosegue il suo discorso ricordando la sfida che mette a dura prova il nostro paese.
“Gli italiani hanno risposto in modo straordinario alle richieste avanzate dal Governo che limitano alcune delle nostre amate libertà. Adesso è il momento di compiere un passo in più, quello più importante. L’Italia rimarrà una zona unita e unica, l’Italia protetta. Ma ora, disponiamo anche la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio”.
Una notizia che gli italiani sospettavano sarebbe arrivata presto, ma che mette comunque paura.
“Bar, pub, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, servizi mensa che non garantiscono la distanza di sicurezza. Potrà rimanere aperto chi offre servizio a domicilio. Tutti gli altri dovranno fare un passo indietro per il bene comune. Rimangono aperte farmacie, parafarmacie e alimentari”.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri invita, inoltre, gli italiani a non prendere d’assolto i supermercati perchè non vi è alcuna urgenza cui far fronte, se non quella sanitaria. Rimanere a casa e a distanza dagli altri è un imperativo che il Conte ripete a più battute durante il suo toccante discorso.
“Per quanto riguarda le attività produttive e le attività professionali va attivata, il più possibile, la modalità di lavoro agile e vanno incentivate le ferie ed i congedi retribuiti per i dipendenti. Restano chiusi i reparti aziendali che non sono indispensabili per la produzione. Industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività a condizione che assumano protocolli di sicurezza adeguati a proteggere i lavoratori”.
Conte spiega inoltre:
“Resta, comunque, garantito lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali, tra cui i trasporti ed i servizi di pubblica utilità, i servizi bancari, postali, assicurativi. Saranno garantite le attività del reparto agricolo, zootecnico, agroalimentare. Sempre nel rispetto della normativa igienico-sanitarie”.
È importante sapere che abbiamo iniziato da poco a cambiare le nostre abitudini, l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solamente tra qualche settimana. Quindi nessuno deve pensare che già da domani o nei prossimi giorni, potremo misurare l’impatto di queste misure. Per avere un riscontro effettivo dovremo avere pazienza e attendere. Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile, non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure. Non dobbiamo fare una corsa verso il baratro, dobbiamo rimanere lucidi, misurati, rigorosi, responsabili”.
Il Premier aggiunge:
“A breve nominerò un commissario delegato per potenziare la risposta delle strutture ospedaliere a questa emergenza sanitaria. Sarà un commissario che avrà ampi poteri di deroga, che lavorerà per rafforzare, soprattutto, la produzione e la distribuzione di materiali per terapie intensive e sub-intensive. Avrà anche il potere di creare nuove stabilimenti per la produzioni delle attrezzature e sopperire alle carenze fino ad ora riscontrate. La persona che nominerà sarà il dott. Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia”.
Conte conclude:
“Se tutti rispetteremo le regole, usciremo più in fretta da questa emergenza. Il Paese ha bisogno della responsabilità di ciascuno di noi, di 60 milioni di italiani che quotidianamente compiono piccoli grandi sacrifici. Questa è la forza del nostro Paese, la comunità. Rimaniamo a distanza oggi, per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani. Tutti insieme ce la faremo”.