Basket e coronavirus, Di Bernardo (Dielnet Vis): “La salute dei miei atleti prima del risultato sportivo”

I motivi del perentorio diktat, senza alcun ripensamento, del massimo dirigente della Dielnet Vis Reggio Calabria


Luigi Di Bernarndo, massimo dirigente della Dielnet Vis Reggio Calabria, ha esperienza sportiva da vendere. Il presidente della società di basket ha esortato immediatamente alla ritirata l’intero suo gruppo di lavoro, la sua prudenza e solerzia non è stata perfettamente interpretata dagli organi competenti.

Il racconto dettagliato sul momento legato al coronavirus, rilasciato a CityNow Sport, le riflessioni di una persona navigata che immediatamente ha considerato la salute prioritaria rispetto al risultato:

“Quando si è appreso dei primi focolai che ci sono stati nel nord d’Italia e vedendo la situazione anche in Cina io ho capito sin da subito che sarebbe stata una situazione di pericolo perché è un virus che si espande in maniera molto facile e troppo veloce, all’inizio c’è stata eccessiva disinformazione. Credevo si potessero creare problemi in Campania così ho deciso 10 giorni prima di non andare a giocare a Caserta chiedendo alla Lega di poter spostare il match. Abbiamo avuto 200 euro di multa e 0-20 a tavolino. Il giorno dopo a Caserta è stata annullata una partita di A2. Perchè due pesi e due misure? Cercheremo sicuramente di capire meglio i motivi di queste scelte”.

La scelta responsabile

“Sono stato il primo a decidere di chiudere il PalaBotteghelle perchè ho capito subito la pericolosità del contagio, con assembramenti e contatti tra persone. Ho visto giusto ma non era difficile capire a ciò che andavamo incontro. Per fortuna noi in Calabria, siamo stati molto fortunati, perchè nel momento in cui il virus è entrato nella nostra regione, il Governo aveva già preso opportune decisioni estendendo la zona rossa in tutta Italia, arginando la diffusione”.

Il presente

“Siamo tutti in casa riconquistando gli affetti familiari, il godere delle piccole cose quotidiane, i reggini stanno rispondendo bene all’appello di non uscire di casa, riducendo i contatti, è una giusta presa di coscienza, di questa parentesi che vedrà fine secondo me tra due settimane, più o meno”.

L’insegnamento

“Spero tutto questo periodo sia di insegnamento e si possa ritrovare il valore, tutti insieme il bello delle piccole cose spesso disturbato da litigi, con spirito di collaborazione per migliorare questo sport che ci sta mancando davvero tanto”.

Leggi anche

Leggi anche