Consiglio regionale, in due ore non si decide niente. Ma le nomine contestate le farà il presidente
Arruzzolo spinge per le designazioni per Corecom e Garante dell’Infanzia. Molti gli assenti. Ritirate decine di interrogazioni non più attuali
18 Giugno 2021 - 19:43 | di Claudio Labate
Surreale. Questa forse la parola più calzante per descrivere il Consiglio regionale convocato per oggi con tre punti all’ordine del giorno. Un Consiglio che, come si ricorderà, è stato preceduto da polemiche bipartisan, anche aspre, circa l’opportunità di procedere a nomine negli organismi regionali, non foss’altro che per il sapore elettoralistico che esse incarnano a pochi mesi, ormai, dalle elezioni.
E d’altra parte l’opposizione ha disertato la seduta, presentando in aula i soli consiglieri Pitaro e Anastasi che non hanno avuto neanche il tempo di abbandonare la seduta. Anche perché il presidente del Consiglio, Giovanni Arruzzolo, ha deciso di gestire tutto in prima persona togliendo dall’imbarazzo la maggioranza che, attraverso una proposta di Vito Pitaro, ha demandato direttamente al Presidente le nomine per così dire urgenti. Una proposta che ha trovato contrari, oltre a Pitaro e Anastasi, anche la Lega che quindi è rimasta ferma sulle proprie posizioni. Un atteggiamento questo che ha indispettito ancor di più Arruzzolo che aveva riservato una tiratina di orecchie al Carroccio e alla capogruppo Tilde Minasi che però, senza tanti fronzoli, ha confermato la propria posizione in merito alle nomine votando in maniera contraria alla maggioranza.
Molte interrogazioni, troppi assenti
Convocato per le ore 13, il Consiglio regionale si è aperto solo alle 16. All’esterno dell’Astronave ci sono almeno due presidi di protesta, e il presidente dell’assemblea, Arruzzolo, aprendo la seduta ha informato i colleghi di aver ricevuto una delegazione dei tirocinanti, e una delle Strutture psichiatriche che dopo l’avvio dell’iter dell’accreditamento aspettano il riconoscimento delle spettanze di almeno quattro mensilità.
Il Consiglio convocato per discutere una pletora di interrogazioni e interpellanze conta però l’assenza di molti assessori che sarebbero stati chiamati a rispondere alle richieste dei consiglieri.
Alla fine dei conti non si capisce perché sia stato convocato il Consiglio. In due ore di dibattito non si è deciso nulla e si è parlato del sesso degli angeli, anche perché molte interrogazioni – quasi tutte per la verità – erano talmente datate da non presentare più la situazione che all’epoca le aveva dettate. Una dopo l’altra sono state ritirate dai proponenti, sollecitati dal presidente Arruzzolo che ha provato a fare sintesi su un ordine del giorno che comunque lui stesso ha contribuito a confezionare.
Le nomine le fa il presidente
Quando si è arrivati al terzo contestato punto all’ordine del giorno, in cui erano inserite una dozzina di nomine in enti regionali, il presidente Arruzzolo ha inteso offrire all’aula il suo punto di vista sulle polemiche, a suo dire sterili, che hanno infiammato la vigilia della seduta:
“Dispiace che vengano veicolate notizie che non fanno bene al Consiglio e alla Calabria. Polemiche alimentate anche dagli amici della Lega. È bene precisare che lo spirito del punto all’ordine del giorno si riferisce esclusivamente al Corecom e al Garante dell’Infanzia, perché è pervenuta nota dell’Agcom che auspicava la nomina del nuovo Comitato, sottolineandone l’urgenza. Altrimenti saranno attivati i poteri sostitutivi che farebbero decadere la convenzione. Stessa cosa per il Garante dell’Infanzia, la cui nomina è dettata dall’estrema urgenza e indefettibilità. Mi rendo conto che siamo tutti in campagna elettorale, ma vorrei ricordare a chi si erge quale moralista e primo della classe che Irto a novembre 2019, a 45 giorni dalle elezioni, convocò il Consiglio per le nomine di diversi componenti della Legge 39”.
Dicendosi quindi rammaricato, ha poi aggiunto che “è chiaro che non andremo a incidere su nomine dove non ci sono richiami da organismi nazionali”, sottolineando ancora il distinguo della Lega e ribadendo che il punto, contrariamente a quanto denunciato dal Carroccio, era stato trattato in Conferenza dei capigruppo.
C’è solo il tempo della replica di Tilde Minasi che ricorda come la posizione della Lega è coerente con la volontà di non procedere in questi ultimi mesi, al contrario di altri consiglieri, alla stipula di nuovi contratti di collaborazione:
“Di conseguenza, pensiamo che procedere alle nomine non sia necessario oggi, anche perché i nominati decadrebbero con la fine di questa legislatura che sarà fra qualche mese”.