Palazzo Alvaro, la viabilità scalda gli animi di un Consiglio metropolitano alla camomilla

Buoni propositi per una collaborazione leale, ma i consiglieri “scoprono” che esiste una maggioranza e una minoranza

Città Metropolitana

Anche a Palazzo Alvaro, sede della Città metropolitana esistono una maggioranza e un’opposizione. La “scoperta” è avvenuta nel corso di un Consiglio metropolitano alla camomilla per almeno 40 minuti, e cioè fino a quando l’intervento di Michele Conia (Territorio Metropolitano) non ha acceso le polveri di un confronto giocato poi non solo sui termini ma anche sulla sostanza.

Fino ad allora una serie complicata di approvazioni dei verbali delle sedute precedenti (anche due del 2020) e una serie infinita di riconoscimenti di debiti fuori bilancio che hanno impegnato l’aula per una buona mezzora. I dubbi di Nino Minicuci (Lega) in merito, rispetto alla possibilità di pagare più del dovuto per interessi, sono però fugati dalla relazione finale allegata alla delibera che chiarisce come non ci siano ulteriori oneri da pagare. Per l’ex candidato a sindaco del Comune di Reggio però, un concetto deve passare:

“quando l’ente non si oppone bisognerebbe pagare per tempo” dice, suggerendo al sindaco Giuseppe Falcomatà di fare “una direttiva per gli uffici”.

Unanimità per il Piano della Prevenzione

Il Consiglio si è compattato invece su due proposte di delibera. Una con riguardo all’annullamento parziale della Deliberazione consiliare della Città Metropolitana n. 40/2020 e dello schema di Convenzione CUC disciplinante i rapporti con i Comuni e gli Enti aderenti per lo svolgimento delle attività della Centrale Unica di Committenza della Città Metropolitana, con annessa sostituzione della previsione contenuta nell’art. 5 dello schema di convenzione. L’altra sulle Linee di indirizzo e Obiettivi strategici per l’aggiornamento del Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 2021-2023”.

Su quest’ultimo punto ha relazionato il vicesindaco Armando Neri che ha parlato di un adempimento importante che “ha valore sostanziale e politico oltre che tecnico”:

“È nostro interesse adottare tutti gli strumenti che legge prevede, tra cui questo, per prevenire i fenomeni di corruttela che attanagliano le amministrazioni pubbliche”.

Per Neri, che ha incassato insieme agli uffici l’ok di Minicuci, lo strumento non ha colore politico e deve arricchirsi con le buone prassi dell’Ente e di altri enti metropolitani.

La viabilità scalda gli animi

Ad accendere il Consiglio sono state due interrogazioni sulla viabilità provenienti dai banchi della minoranza. Quella di Conia  riguardante i tempi di esecuzione, modalità, qualità dei lavori che verranno effettuati e somme stanziate per gli interventi di manutenzione e rifacimento del manto stradale delle arterie che collegano il territorio pre-aspromontano tirrenico; e quella di Giuseppe Zampogna (FI) avente ad oggetto la realizzazione lavori della Pedemontana nel tratto Cittanova-Taurianova.

Conia mette in discussione la viabilità complessiva della Piana di Gioia Tauro, definendo “non esaustiva” la risposta ricevuta dal Consigliere delegato Carmelo Versace (S’Intesi). D’altra parte per Conia le somme non bastano:

“su alcune cose, quando c’è un problema di sicurezza per i cittadini, occorre intervenire bene, i sacchettini non servono a nulla. Ci sono situazioni tragiche e non si può far finta di nulla”.

Versace dal canto suo risponde per le rime intanto illustrando lo stato dell’arte rispetto alle risorse disponibili per la viabilità. Ricordando poi di aver fatto sei sopralluoghi sul territorio ha sottolineato come gli interventi sono disposti in funzione delle risorse disponibili e che la Città Metropolitana è un Ente di programmazione.

Conia si dimostra dispiaciuto del fatto di non essere stato coinvolto in questi sopralluoghi, innescando la polemica sulla distinzione tra maggioranza e opposizione fatta in apertura di seduta da Domenico Mantegna (Democratici Insieme).

Maggioranza e minoranza esistono

Ci pensa Peppe Marino (DI) a fare da spartiacque, rivolgendo lo sguardo alle prossime sfide:

Non c’è niente di male a dire che esiste una maggioranza e una minoranza, nel rispetto dei ruoli e delle differenze. Sto apprezzando l’impegno del collega Versace che in queste settimane sta percorrendo in lungo e in largo la nostra città metropolitana per verificare di persona in cui si trovano le nostre strade, che sono davvero complicate. Sappiamo tutti delle difficoltà che ci sono e della carenza di risorse, e credo che il Consiglio sia il luogo per trovare le soluzioni. Non è facile. Siamo chiamati a programmare degli interventi, non solo con la manutenzione ordinaria, ma soprattutto straordinaria e di ammodernamento dell’esistente”.

Marino ricorda la condizione di isolamento “inaccettabile e pericolosa” di tutti quei centri delle cosiddette “pre Serre” e auspica l’avvio di una programmazione sulle infrastrutture del territorio metropolitano, con l’opportunità di utilizzare i fondi del Recovery e i fondi nazionali che “il governo ha il dovere di stanziare per una provincia metropolitana per troppo tempo dimenticata”.

Per lui esiste la necessità di riprendere il progetto originario della pedemontana di Gioia Tauro che prevedeva anche lo svincolo autostradale di Laureana di Borrello.

“Dobbiamo pretendere anche con Anas che quello svincolo si faccia. Il confronto quindi bisogna portarlo all’esterno, ai tavoli regionali e nazionali. Noi non dobbiamo solo dire che il 36% delle risorse del Recovery al Sud è poco, ma che in quel 36% del sud c’è una provincia che è stata dimenticata da cinquant’anni. La nostra condizione non è quella di Cosenza o Catanzaro, ma straordinariamente difficile e il governo ha il dovere di trattarla in questi termini”.

Mantegna sottolinea quindi che nel rispetto della democrazia e della libertà ha manifestato la volontà di predisporre un atto deliberativo, condiviso, riempito di contenuti da tutti i consiglieri per la condivisione su una tematica fondamentale come quella dei fondi del Recovery.

Quartuccio (DI) riferendosi alla polemica legata ai sopralluoghi sui territori parla di “questione pretestuosa”, ricordando che ognuno può assumere una iniziativa del genere.

“Le città metropolitane – dice poi – devono pretendere di essere trattate come i grossi capoluoghi di provincia del Nord. Sentiamo dire che l’Italia deve ripartire dal Sud e per questo non possiamo lasciare fare la battaglia del Recovery ad altri, dobbiamo farlo con autorevolezza sui tavoli romani”.

Poi sul Bilancio di previsione bacchetta la minoranza di non aver proposto nulla fino al momento.

Anche a Minicuci sta bene la distinzione tra maggioranza e minoranza,

“perché in questa sala la minoranza non è opposizione, ma tutti rappresentiamo il territorio metropolitano e dobbiamo essere coscienti che le risorse che ci sono vanno programmate e indirizzate a tutto quanto il territorio”.

A Mantegna dice che sul Recovery sarà presto fatta una mozione:

“dobbiamo essere d’accordo nel recuperare risorse, che ci sono anche nel bilancio. Insomma collaborazione sul solco della larga maggioranza che sostiene Draghi ma in un’assise che non ha bisogno di piccole questioni di bottega”.

Conia è convinto di essere stato frainteso da Mantegna, a cui però rimprovera di essersi definito più a sinistra di lui.

“Non mi interessano gli scontri, ma portare risposte al territorio. Non mi interessa sottolineare maggioranza e minoranza”.