Condottiero più che coach: tanti auguri, Matteo Mecacci!


L’arrivo di coach Matteo Mecacci a Reggio Calabria, in estate, era passato quasi inosservato. Del resto, tante, tantissime sono state le questioni che hanno condito l’estate reggina del basket, a partire dal trasferimento a Barcellona e finendo poi con il ritorno in riva allo Stretto. La cui attuazione innesca la creazione del roster, a cui – ovviamente – si antepone la scelta di un tecnico che colga l’eredità, alquanto pesante, lasciata da Marco Calvani.

No, non era per nulla facile ripartire alla Viola, con un pubblico che, qualche mese prima, aveva odorato il profumo della promozione in Serie A1 per merito di un gruppo ed uno staff da sogno. E, poi, ritrovatosi rovinosamente in Serie B, senza peraltro sapere davvero perché. Eppure, il buon Matteo da Siena, con il suo sguardo di ghiaccio e quell’accento marcatamente toscano, ce l’ha fatta. Ed, anzi, vi diciamo di più: ha fatto ancor meglio, ove fosse stato possibile, di chiunque altro nella storia recente nero-arancio.

Si, perché Mecacci a Reggio Calabria non si è potuto e, ad un certo punto voluto, limitare a fare l’allenatore. Colpa della follia di chi aveva prelevato il giocattolo senza poterselo permettere, lasciando vergognosamente la barca dopo appena un mese dal suo varo. Lasciando chi aveva sottoscritto un contratto, mai onorato. Lasciando chi era venuto al PalaCalafiore solo e soltanto per fare basket, peraltro con l’obiettivo di vincere.

Ma, coloro che sulla barca ci sono dovuti e voluti – aspetto da non tralasciare – rimanere, hanno trovato nel senese Matteo un condottiero sicuro, battagliero e determinato a non far scomparire un mito come la Viola Reggio Calabria. E se, oggi, la barca sembra aver finalmente ritrovato la rotta, con l’avvento della Mood Project, i meriti sono di chi ha tenuto in mano il timone nella fase più dura della tempesta.

Per cui, nel giorno del suo 33esimo compleanno, fare i più sinceri auguri a Matteo Mecacci, se siete di Reggio Calabria, se siete parte del mito Viola, è semplicemente un dovere.